È stata riaccompagnata a casa ieri pomeriggio Dana Kalarus, 48 anni, la mamma del bimbo di 6 anni annegato a Caorle lunedì. Ai vicini che si sono stretti intorno a lei ha solo ripetuto «Abbracciate forte i vostri figli» come riporta Il Gazzettino. C’è solo silenzio nella palazzina di Roncade, alle porte di Treviso, dove la donna polacca, madre anche di un ragazzo di 12 viveva con i suoi figli dopo la separazione dal marito Carlo Panizzo che ha preso casa a pochi isolati di distanza. La gita al mare era il regalo di compleanno per Carlo che venerdì scorso aveva compiuto 6 anni. «Mi sono girata solo un istante e lui non c’era più» ha ripetuto per tutta la giornata mentre la catena umana di bagnanti e bagnini cercava il bambino tra le onde. Ora si è chiusa in un disperato silenzio. Polacca, Dana è addetta alla ristorazione a H-Farm mentre l’ex marito Fabio è socio in due importanti birrifici della zona. Il loro primogenito è fuori città ad un campo scout e Dana non voleva negare un giorno di mare al piccolo. Poi il tuffo in acqua e più nulla.
Subito Andrea Enzo, 37 anni, bagnino a Ca’ Ballarin su suggerimento della guardia costiera ha creato una catena umana di bagnanti per setacciare il fondale. Ma il corpo di Carlo è stato trovato in mare alto, a cento metri dalla riva: quel giorno c’era bandiera rossa perché era appena calato il vento di bora da Nord e Nord-Est. La corrente era molto forte e vicino agli scogli c’erano onde che risucchiavano verso il largo. E sono state con tutta probabilità le onde a tradire il piccolo Carlo, ritrovato poi alle 2,45 del mattino successivo adagiato sul fondo del mare.
Il sindaco di Roncade ha intanto proclamato il lutto cittadino. «Una cosa che si fatica anche a immaginare – ha spiegato Marco Donadel, sindaco della città – credo che la frazione di secondo in cui non si vede il bambino in spiaggia sia capitata a tutti. Per questa famiglia ci sarà tutta la nostra vicinanza». Anche le amiche di Dana hanno cercato di dare al dolore un risvolto concreto. «Deve affrontare da sola questo dolore immenso, è separata e si trova a far fronte non solo alla devastazione emotiva ma anche a spese impreviste e pesanti» Così hanno lanciato una raccolta fondi su Gofundme.com che in meno di un giorno ha già raggiunto 8 mila euro. E sugli scogli di Caorle la maglietta di Carlo è diventata il luogo per candele, messaggi e preghiere silenziose.