La questione è stata sollevata da Rutger Tijssen, l’allenatore di Pauline Ferrand Prevot, durante la festa in cui la vincitrice del Tour è stata accolta nel quartier generale della Visma Lease a Bike a ‘s-Hertogenbosch, al pari di Vingegaard, Roglic e Kuss negli anni passati.

Il tecnico olandese ha sottolineato con i giornalisti presenti che sia stato un peccato che a tenere banco durante la vittoria in Francia sia stato il peso della campionessa e non le sue imprese. Ferrand Prevot non ha fatto mistero di aver sostenuto una dieta piuttosto importante per raggiungere il peso necessario per vincere il Tour. Ha parlato di quattro chili perduti nel periodo trascorso in altura, sotto lo strettissimo controllo della sua squadra. Ugualmente Demi Vollering, seconda per il secondo anno consecutivo, ha detto di voler dimostrare alle ragazze che non bisogna essere super magre per essere le migliori.

Vollering ha vinto il Tour nel 2023 e si è piazzata seconda nelle ultime due edizioni

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Il limite della salute

Il limite è quello della salute. Non sono stati rari i casi di disturbi alimentari, fra gli uomini e ancor più fra le ragazze, seppure negli ultimi anni l’avvento dei nutrizionisti in squadra ha permesso di monitorare con maggiore attenzione le eventuali deviazioni.

«Penso sia positivo che se ne parli – ha detto Ferrand Prevot nell’incontro con la stampa – ognuno ha diritto alla propria opinione e io di certo non la prendo sul personale. Ma dobbiamo anche ricordare che il nostro compito è vincere le corse ed essere al top della forma. Io mi sono semplicemente preparata per la gara più importante del calendario e ho trovato il modo di essere al meglio. Gli ultimi due giorni del Tour sono stati incredibilmente duri e quel che contava sono stati i watt per chilo. Spetta ai genitori insegnare queste cose ai propri figli, dicendo loro che potrebbe non essere sano al 100 per cento (motivo per cui durante il Tour, Ferrand Prevot ha detto di non poter tenere quel peso per tutto l’anno, ndr). Non sono malata. Ho perso peso in modo intelligente lavorando con un intero team. Tutto è stato analizzato e monitorato. E l’ho fatto allo stesso modo per le Olimpiadi l’anno scorso. Ora che il Tour è finito, torno alla mia vita normale e se voglio mangiare una pizza, la mangio subito».

Il quartier generale della Visma ha accolto Ferrand Prevot come ha già fatto con Vingegaard, Roglic e Kuss

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Il corpo delle donne

Il tema è caldo. Nei giorni successivi al Tour Femmes, attraverso un comunicato si è espresso anche The Cyclists’ Alliance, il sindacato delle cicliste professioniste, presieduto da Grace Brown.

«Lavoriamo costantemente – ha dichiarato l’australiana che si è ritirata lo scorso anno – per rendere il ciclismo professionistico una carriera sostenibile e appagante per le donne. La salute e il benessere delle cicliste sono fondamentali per la longevità della loro carriera. Il sistema attuale non è strutturato per proteggere la salute femminile, quindi credo sia nostro dovere continuare a educare e promuovere standard migliori che consentano alle donne di competere con un corpo sano, forte e felice».

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I punti del comunicato

A margine del suo intervento, il sindacato ha rilevato una serie di punti che su bici.PRO abbiamo sollevato e approfondito qualche anno fa, ma che evidentemente restano sensibili.

“La salute e il benessere delle cicliste – si legge nel comunicato – sono una priorità assoluta per noi e per i nostri iscritti. Siamo preoccupati per le pratiche e le culture sportive che mettono a rischio la salute delle atlete. La salute e le prestazioni ad alto livello devono andare di pari passo. Oggi lo sport dispone di conoscenze scientifiche, intuizioni ed esperienze umane più che sufficienti per creare prestazioni sostenibili ed etiche che non compromettano la salute dei ciclisti. Siamo delusi dal fatto che le donne nello sport ricevano un controllo sproporzionato sul loro corpo rispetto ai loro colleghi maschi. Speriamo in un futuro in cui il corpo delle donne non sia così pesantemente esaminato, sia in gara che nella vita».

L’incontro a Monaco con Pogacar e Urska alla prima uscita dopo il Tour vinto (immagine Instagram)

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Il no al mondiale

Nella sua giornata in Olanda, Ferrand Prevot ha anche parlato dei giorni subito successivi alla vittoria, annunciando che non correrà i campionati del mondo di Kigali. Ha anche raccontato che nella prima uscita in bici ha incontrato Pogacar e la compagna Urska e ha molto apprezzato i consigli ricevuti da Tadej sul non guardare troppo i social e godersi il momento.

«Quando ripenso agli ultimi mesi – ha detto – mi rendo conto di quanto ho lavorato duramente per riuscirci. Ma voglio davvero provare a vincere di nuovo il Tour l’anno prossimo. E’ proprio questo che mi piace di più del mio lavoro: prepararmi per un grande obiettivo e cercare di essere la migliore possibile. Se dipendesse da me, ricomincerei a prepararmi per i campionati del mondo ora e farei un ritiro di allenamento in altura. Perché quando le cose vanno bene, come al Tour, vuoi sempre di più. Ma è meglio godersi ciò che ho realizzato ora e rilassarsi, così da poter continuare a fare bene negli anni a venire».