Uno dei pilastri del successo della McLaren in Formula 1 negli ultimi due anni è stato lo sviluppo delle sue monoposto, in particolare quello durante la stagione, senza sbagliare un singolo aggiornamento dal Gran Premio d’Austria 2023. McLaren aveva individuato una serie di inefficienze nella piattaforma aerodinamica della MCL60, spingendo a una ristrutturazione del reparto tecnico e a un intenso ciclo di sviluppo finalizzato a ridare slancio al team.
Con quel pacchetto di novità tecniche, McLaren passò dall’essere una delle squadre fanaline di coda e solo occasionalmente a punti a sognare il podio con maggior continuità. Sebbene la base della vettura 2024 (la MCL38) fosse partita da una base solida, solo un ulteriormente pacchetto di novità introdotte a Miami ha messo il team sulla strada verso la vittoria del titolo costruttori.
La squadra di Woking ha continuato a costruire su questo slancio, rendendo la MCL39 non solo la vettura più rapida del lotto, ma anche con un vantaggio netto sulla concorrenza. Si ritiene che i processi di correlazione di McLaren siano i migliori nel paddock, al punto che ogni aggiornamento sembra integrarsi perfettamente con il pacchetto esistente migliorandone la performance.
Andrea Stella, Team Principal, McLaren F1 Team
Photo by: Simon Galloway / Motorsport Images
Il team principal Andrea Stella ritiene che ciò sia dovuto al fatto che la squadra abbia centrato i “fondamentali” dietro ogni nuovo potenziale aggiornamento. “Questa tendenza che siamo riusciti a stabilire, per cui gli sviluppi hanno avuto successo, è il risultato di molti fattori. In Formula 1 non esiste una soluzione magica fondamentale per il successo. È davvero il risultato del lavoro sui fondamentali”, ha detto il Team Principal della McLaren.
“I fondamentali non riguardano solo la capacità di generare idee, di creare una nuova geometria di un fondo o di un’ala anteriore, ma anche la comprensione delle metodologie che usi per questo sviluppo e capire quando queste metodologie saranno non solo efficaci nell’essere innovative, ma anche nel darti la certezza che ciò che hai ottenuto in galleria del vento o CFD si traduca in qualcosa che funzioni in pista”.
“Questo fa parte della generazione del know-how come team, che è una dichiarazione molto semplice, ma in realtà è probabilmente uno dei campi di battaglia più complicati per qualsiasi squadra di Formula 1. Abbiamo investito molto da questo punto di vista. Devo fare i complimenti alla qualità delle persone perché, anche quando parliamo di metodologie, sono sempre guidate dalle persone. Sono molto fortunato ad avere a disposizione leader molto competenti e un team molto talentuoso”.
Lando Norris, McLaren
Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images
La correlazione in questo contesto viene misurata mentre il team raccoglie dati dai vari strumenti di simulazione e verifica che i pattern rilevati si riscontrino anche in pista durante le sessioni di prove. È possibile che i valori numerici siano leggermente sbagliati, ma se questo scarto rimane costante, il team può adattarsi correggendo le simulazioni.
Inoltre, Mclaren tende a prendersi il tempo necessario con un nuovo componente, testandolo nelle libere prima di una pausa e rivedendo i dati a Woking nella settimana successiva. Si pensi all’ala anteriore che McLaren ha provato per la prima volta in Canada; la squadra l’ha testata nelle prove del venerdì, ma ha deciso di non usarla in gara per aver modo di analizzare i dati, ritardandone il debutto all’Austria.
L’obiettivo fissato con lo sviluppo della MCL39 era superare stabilmente la soglia delle altre squadre di vertice, e Stella ha detto che lo sviluppo continuo è dovuto al fatto che le stime pre-stagionali sul margine rispetto agli avversari non erano sufficienti.
Lando Norris, McLaren
Foto di: Simon Galloway / LAT Images via Getty Images
“Sono rimasto sorpreso da questo livello di competitività. Quando l’anno scorso abbiamo discusso quanto sforzo mettere nel migliorare la monoposto, volevamo essere decisamente molto ambiziosi. Volevamo provare a superare la situazione del ‘vai ai weekend di gara e non sai mai chi vincerà’, che avevamo l’anno scorso, e abbiamo pensato che dovessimo fare più del normale sviluppo, osare”.
“Come ci siamo riusciti? Abbiamo adottato un approccio molto aggressivo all’innovazione. La MCL39 è una vettura molto innovativa. Dal punto di vista ingegneristico. Eravamo nervosi per alcune soluzioni, non eravamo sicuri di poterle realizzare. Ma poi, guardando i tempi sul giro e i numeri nelle simulazioni, abbiamo pensato che non sarebbe stato abbastanza. All’inizio della stagione, effettivamente, non era abbastanza. Questo è un fattore che è successo durante la stagione, ovvero che la vettura è stata effettivamente aggiornata”.
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