di
Carlo Macrì

«Siamo usciti dalla discoteca e ci siamo fermati al chiosco per il solito panino, per la prima volta ho chiesto di aggiungere i broccoli. Salva grazie a mia sorella e ai medici»

«Se mia sorella Alessia non mi avesse portata in ospedale con la forza, io oggi non sarei qui». Gaia Vitiello, 24 anni, napoletana, studentessa di Lingue alla Federico II di Napoli, è stata una cliente del food truck da «Peppino», rimasta intossicata dal botulino. La vicenda di Diamante ha portato l’International Streetfood festival ad annullare tutti i suoi eventi in Calabria. E ha fatto scattare nuovi controlli del Nas dei carabinieri in tutta Italia. Ieri, inoltre, il bollettino medico diramato dall’Asp di Cosenza parlava di un nuovo ricovero in Rianimazione. In tutto le persone in finite ospedale sono 11, di cui tre in terapia intensiva, tre in pediatria e 5 nei reparti di area medica.

Gaia Vitiello è ancora in Rianimazione all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, circondata da fili che spuntano dalle macchine che le hanno salvato la vita. Sorride felice perché oggi uscirà dalla terapia intensiva e andrà nel reparto di Medicina.



















































Ci racconta com’è andata?

«Dopo la discoteca il 5 agosto scorso, io e i miei amici, come spesso facevamo, siamo andati da “Peppino” per il solito panino. Erano le 4.30 del mattino. I miei amici l’hanno farcito solo con maionese, salsicce e patatine. Io ho aggiunto i broccoli. Era la prima volta che lo facevo».

Quando ha avvertito i primi sintomi dell’intossicazione?

«Un’ora dopo ho avuto la diarrea. Ho pensato ad una indigestione. Il giorno dopo i sintomi si sono fatti più forti. Era già uscita la notizia delle intossicazioni da botulino».

«Un po’ si. Perché non riuscivo a deglutire e avevo tremori alle gambe. Con mia sorella sono andata alla clinica “Tirrenia” di Belvedere Marittimo e i medici ci hanno immediatamente dirottati all’ospedale di Cosenza».

«Sì, ho trovato medici eccezionali che hanno subito capito la gravità della situazione e mi hanno portato in Rianimazione».

Il primario della Terapia intensiva dell’Annunziata, Andrea Bruni, ha detto che la loro tempestività ha salvato molte vite. Il siero fatto arrivare dalla farmacia militare di Taranto è stato tempestivo.

«È vero. Loro mi hanno rassicurata. Dopo qualche ora dal ricovero mi hanno iniettato l’antitossina. Mi considero fortunata».

Dopo questa brutta esperienza ritornerà a Diamante?

«Certamente. Con la mia famiglia veniamo a Diamante da tantissimi anni. Ci ritorneremo. È un posto sul mare davvero fantastico».

Cosa farà una volta dimessa?

«Abbraccerò mia nonna Giovanna e poi andrò al mare. Prima, però, andrò a trovare i miei amici e li sfiderò a carte».

14 agosto 2025 ( modifica il 14 agosto 2025 | 07:26)