di
Michela Nicolussi Moro

I sei sono stati indirizzati dal ministero degli Esteri alle Aziende ospedaliere di Padova e Verona per la cura di gravi traumi e patologie congenite

Sono atterrati ieri notte, 13 agosto, a Linate altri sei palestinesi evacuati dalla Striscia di Gaza e indirizzati dal ministero degli Esteri alle Aziende ospedaliere di Padova e Verona per la cura di gravi traumi e patologie congenite. Fanno parte di un gruppo di 31 pazienti, quasi tutti bambini, accompagnati da 89 familiari e partiti ieri dall’aeroporto di Eilat, nel Sud di Israele, con tre voli speciali dell’Aeronautica Militare italiana atterrati a Linate, Roma e Pisa. Si tratta della 14esima evacuazione sanitaria condotta dall’Italia dal gennaio 2024, la più importante coordinata dalla Presidenza del Consiglio e che ha coinvolto gli ospedali veneti oltre a quelli di Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Umbria e Campania.

Le ambulanze del Suem 118, com’era accaduto per i quattro bambini arrivati l’11 giugno scorso, sono andate a prendere a Linate i sei pazienti destinati al Veneto: a Verona saranno curati un quindicenne con ferite da scoppio e una bambina di 8 anni che soffre di una grave malattia cerebrale congenita. A Padova sono stati accolti un bambino, una donna di 42 anni con l’amputazione delle dita della mano sinistra e una frattura esposta del tallone sinistro, che necessita di chirurgia plastica ricostruttiva, supporto nutrizionale, psicologico e riabilitativo protesico, e le due figlie. La primogenita, 18 anni, in seguito a una ferita da esplosione ha subìto l’amputazione di una gamba e ha bisogno delle stesse cure, mentre la più piccola, 8 anni, a cui sono state amputate entrambe le gambe, necessita di una particolare tecnica psicoterapica in anestesia generale per superare il trauma. E poi di un intervento di chirurgia plastica ricostruttiva e di supporto nutrizionale, psicologico e riabilitativo protesico.



















































La donna e le due ragazzine sono state accompagnate in Italia dal marito e padre e da altri quattro figli della coppia: tre bambini e un maggiorenne. Il tutto grazie all’interessamento dell’associazione padovana «Sanitari per Gaza» presieduta dal dottor Pino Lo Bascio, medico di famiglia, che aveva chiesto di inserire nella stessa missione umanitaria altri due palestinesi. Una giovane mamma con una lesione all’occhio destro, la rottura del globo oculare e il distacco della retina dovuti ad un’esplosione che ha ucciso il marito e tutti i figli a parte il più piccolo, e una bimba di nemmeno 2 anni, Lana, che soffre di attacchi epilettici. Il fratellino di 9 anni è affetto da una malattia neurologica non identificata, a causa, si ipotizza, di una mutazione genetica legata al lancio su Gaza di bombe al fosforo mentre la madre era incinta. «La Farnesina ci ha fatto sapere che sta cercando di capire se sia possibile intervenire anche in loro favore — racconta Lo Bascio —. Tutto è nato quando il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, lo scorso 7 luglio ha partecipato a una convention di Forza Italia organizzata a Padova dal segretario cittadino Giampiero Avruscio, direttore di Angiologia in Azienda ospedaliera a Padova. Attraverso di lui ho potuto scrivere un appello al ministro Tajani affinché si interessasse al dramma di questi cinque palestinesi feriti e lui si è mosso subito».

Si è mossa anche l’associazione «Padova abbraccia i bambini» che, attraverso il progetto «Una casa per i bimbi di Gaza» offre alloggio, assistenza sanitaria, supporto psicologico e scolastico e quindi ospiterà per un mese i parenti della mamma e delle due figlie ricoverate ieri. Le due associazioni forniranno anche vitto, vestiti, mediatori culturali ed eventuale aiuto per sbrigare la burocrazia del caso. «Sono felice di aver fatto da tramite tra Lo Bascio e il ministro Tajani per la riuscita di questa importante missione umanitaria — dichiara Avruscio —. Del resto la politica, per come la intendo io, deve aiutare le persone in difficoltà».


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14 agosto 2025