Thor Hushovd ha iniziato a lavorare per la partenza del Tour de France in Norvegia. Quella che è nata come una semplice idea si sta trasformando in qualcosa di sempre più concreto, con Oslo e Trondheim come città nominate al momento per il via della Grande Boucle. Si tratterebbe di una prima volta, ma l’ex campione del mondo 2010, negli ultimi mesi ha preso i contatti con due personalità importanti molto importanti: il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre e il presidente francese Emmanuel Macron.

In occasione dell’Artic Race of Norway, secondo il De Telegraaf, Hushovd e il primo ministro norvegese hanno dialogato a lungo. Secondo il l’ex sprinter, attualmente team manager della Uno-X Mobility, “la risposta alla ‘pazza’ idea è stata positiva, non capita tutti i giorni di parlare con un primo ministro […], ma i primi semi dell’idea sono stati piantati“. I colloqui però non si sono fermati solo in patria, in quanto, all’inizio dell’estate, secondo Dagbladet, l’iridato di Geelong ha incontrato anche il presidente francese a cui ha esposto il progetto ricevendo un parere favorevole. Negli ultimi anni, infatti, il Tour de France ha preso il via da Firenze, Bilbao e Copenaghen, solo per ricordare le più recenti e gli organizzatori continuano a guardare a nuovi mercati.

Proprio quanto fatto in Danimarca è un buon modello di quanto si potrebbe fare in Norvegia. Realisticamente una partenza in terra scandinava potrebbe vedere la luce tra il 2030 (anno in cui ci sarebbe da superare la concorrenza della Germania) e il 2031 anche perché, come ha ricordato il campione norvegese “è un’idea che stiamo cercando di realizzare”, ma bisogna ancora definire i dettagli più importanti. “Dobbiamo mettere insieme le forze giuste. Per ora, sono solo idee”, ammette Hushovd. Idee che però si stanno trasformando, almeno sulla carta, in primi progetti un po’ più concreti.

Sarebbe qualcosa di enorme – ha commentato al quotidiano nazionale – Potrebbe portare l’interesse per il ciclismo a un ulteriore livello e sarebbe fantastico. Ho iniziato a piantare un seme, tutte le idee devono pur cominciare da qualche parte. Da coloro a cui ne ho parlato mi sembra che sia stato ben ricevuto. Anche ASO (l’organizzatore della Grande Boucle, ndr) ha capito che vogliamo fare sul serio”.