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Una storia di coraggio e sopravvivenza, quella raccontata da Gaia Vitiello al Corriere della Sera. La ragazza, 24 anni, ha rischiato la vita dopo aver mangiato un panino contaminato dal botulino. Un’intossicazione alimentare che, certamente, ha scosso l’intera Calabria, e che ha portato a due decessi e suscitato l’attenzione su un tema di sicurezza alimentare sempre più attuale.
APPROFONDIMENTI
Il racconto – Gaia Vitiello, una giovane studentessa di Lingue presso l’Università Federico II di Napoli, ha raccontato la sua esperienza in un’intervista al Corriere della Sera. Dopo una serata trascorsa in discoteca con gli amici, intorno alle 4:30 del mattino si è recata al chiosco per il consueto panino notturno. «Ho mangiato i broccoli, poi i primi sintomi», ha detto, ricordando il momento in cui si è accorta che qualcosa non andava. La ragazza aveva mangiato un panino con salsiccia e cime di rapa, come molti dei suoi amici, ma a differenza loro, aveva aggiunto dei broccoli freschi. Una decisione che, purtroppo, le è costata cara. Il panino, acquistato da un ambulante a Diamante, in provincia di Cosenza, conteneva ingredienti che si sono rivelati essere contaminati dal botulino. «I miei amici avevano mangiato il panino solo con maionese, salsicce e patatine. Io ho aggiunto i broccoli. Era la prima volta che lo facevo», ha detto Gaia al Corriere.
Immediatamente dopo aver consumato il panino, la ragazza ha cominciato a sentire i primi segnali di allarme. Circa un’ora dopo la consumazione del panino, Gaia ha avuto la diarrea. Inizialmente, racconta «ho pensato fosse un’indigestione». I sintomi, però, il giorno seguente si sono fatti sempre più forti: «tremori alle gambe, difficoltà a deglutire. Avevo molta paura, stavo vivendo una situazione che sembrava fuori controllo».
Il ricovero – La ragazza, che in un primo momento aveva sottovalutato la gravità dei sintomi, si è recata insieme alla sorella Alessia in una clinica privata a Belvedere Marittimo. «Se mia sorella Alessia non mi avesse portata in ospedale con la forza, io oggi non sarei qui» ha raccontato, commossa, al Corriere. Attualmente Gaia è ancora in ospedale, ma sta lentamente uscendo dalla terapia intensiva. I medici sono ottimisti riguardo al suo recupero, anche se l’esperienza le ha lasciato una ferita profonda.
Nel frattempo, le indagini sul caso proseguono. Sono diversi gli indagati, tra cui l’ambulante che aveva venduto i panini contaminati, i responsabili delle aziende produttrici degli alimenti coinvolti e alcuni medici delle strutture sanitarie locali, accusati di non aver diagnosticato tempestivamente l’intossicazione da botulino nelle due vittime che sono morte.
Le indagini hanno fatto emergere che il primo contatto con il sistema sanitario per le vittime, anch’esse rimaste intossicate dallo stesso panino, è avvenuto proprio nella clinica di Belvedere Marittimo. Purtroppo, a causa della mancata diagnosi precoce, la situazione è peggiorata rapidamente. Solo durante il trasferimento verso altre strutture ospedaliere le condizioni sono peggiorate, fino al tragico epilogo.
Questo episodio alimenta ulteriormente il dibattito sulla sicurezza alimentare in Italia. L’intossicazione da botulino è una delle malattie più temute in ambito alimentare ma, fortunatamente, con diagnosi e trattamento tempestivi, le possibilità di recupero sono alte, come nel caso di Gaia Vitiello. La prima cosa che Gaia vorrà fare, una volta uscita dall’ospedale, sarà abbracciare sua nonna Giovanna – ha raccontato – e poi andare al mare a trovare i suoi amici.
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