Colpito da una crisi respiratoria alle prime luci dell’alba di oggi mentre si trovava a Ischia per trascorrere qualche giorno di vacanza, il regista Dario Argento, 85 anni, è stato soccorso dai sanitari del 118 e successivamente trasportato all’ospedale Rizzoli, dove si trova ricoverato nel reparto di terapia intensiva cardiologica.
Stando a quanto riporta il Corriere, il maestro dell’Horror è vigile, risponde bene alle cure e le sue condizioni di salute non sarebbero gravi. Dalle prime verifiche il malore accusato sarebbe derivante da una patologia di cui il regista soffre da qualche tempo: la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Per questa ragione, i medici appaiono intenzionati a trattenere il regista per alcuni giorni, al fine di eseguire una serie di esami strumentali a bronchi e polmoni.
Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), di cosa si tratta
La Broncopneumopatia cronica ostruttiva è considerata una condizione polmonare eterogenea, caratterizzata da sintomi respiratori cronici (fatica a respirare, tosse, catarro e riacutizzazioni), dovuti ad alterazioni delle vie aeree e/o alveolari, che causano un’ostruzione persistente e spesso progressiva del flusso aereo.
In presenza di sintomi tipici, la diagnosi deve essere confermata dall’evidenza alla spirometria di ostruzione respiratoria non completamente reversibile. Il danno causato dalla BPCO non riguarda solo i polmoni, ma va oltre, e per questo la BPCO è stata anche descritta come una patologia cardiopolmonare.
È noto che la BPCO ha un forte impatto a livello cardiovascolare, infatti molti pazienti sviluppano patologie in tal senso durante il decorso della malattia, tanto è vero che, anche nella BPCO di grado moderato, le malattie cardiovascolari rappresentano una percentuale rilevante della mortalità e fino al 44% dei decessi in pazienti con BPCO è imputato a cause cardiovascolari.
Una patologia sotto-diagnosticata fra gli italiani
In Italia, questa patologia colpisce circa il 5,6% della popolazione adulta (3,5 milioni di persone), anche se probabilmente i numeri sono molto più elevati: la BPCO è infatti ampiamente sotto-diagnosticata o non riconosciuta precocemente, la diagnosi spesso avviene soltanto nelle fasi più avanzate, spesso in occasione di un ricovero ospedaliero per riacutizzazione; inoltre, i pazienti stessi tendono a sottostimare la sintomatologia e a minimizzare i segni precoci di una progressiva perdita della capacità respiratoria. Si tratta in ogni caso di una patologia prevenibile e trattabile.
«La progressione della BPCO è molto eterogenea e vi giocano un ruolo sia fattori genetici che ambientali», ha spiegato Mauro Carone, Presidente di Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO-ITS) in un’intervista a Vanity Fair. «Il fumo di tabacco, per esempio, è il principale fattore di rischio, con circa il 50% dei fumatori che sviluppa la patologia nel corso della vita».