Sinner domina anche Auger-Aliassime: «Ho alzato il livello»
(Marco Calabresi) Jannik Sinner non aveva mai battuto Felix Auger-Aliassime, ma non ci giocava contro dal 2022, proprio da Cincinnati. Preistoria, per uno che rispetto a quell’epoca sprigiona il doppio della potenza, nel frattempo è diventato numero 1 del mondo da oltre un anno, ha vinto quattro Slam e si prepara a dare l’assalto al quinto. Più che una partita, quella che ha regalato a Jannik la semifinale nel Masters 1000 in Ohio – durante il quale un anno fa fu costretto a un’udienza di sei ore per il caso Clostebol che sarebbe emerso all’indomani della vittoria del torneo – è stata una mattanza. Poco più di un allenamento, senza la pioggia che aveva disturbato il match di ieri sera contro Mannarino e senza bisogno di prenotare un campo ed espiare i peccati di una prestazione che non gli era piaciuta come quella contro Diallo, canadese come Auger, messo subito alle corde da una risposta come quella che aveva permesso a Sinner di annullare il set point e di chiudere la partita pochi secondi dopo.
«Sono riuscito ad alzare il livello, era quello che volevo – le parole di Jannik dopo la trentesima vittoria in 33 partite giocate nel 2025 -. Penso di aver giocato una partita ottima, servendo bene ma soprattutto rispondendo molto molto bene. Ho fatto tante cose in modo positivo, preparandomi bene per affrontare un avversario molto difficile. Dopo un paio di match ho capito dove dovevo lavorare giorno dopo giorno, e ora averne uno di riposo (dopo due match in meno di 24 ore, ndr) sarà molto utile per recuperare».
Il primo set non è esistito: nove punti vinti da Felix in 27 minuti, due soli sulla sua seconda di servizio, quattro doppi falli nel game che ha chiuso il primo set (e un altro ancora ha chiuso la partita dopo un’ora e 11′). Ingiocabile Sinner, quasi masochista Auger-Aliassime, sempre temibile col diritto, ma molto meno all’altezza della sua ventottesima posizione nel ranking con il rovescio. E pensare che una mano Jannik a Felix gliel’aveva anche data, iniziando il secondo set con l’unico break subito, anche questo per colpa di un doppio fallo (e anche di un fastidio originato dal piede sinistro, con un paio di smorfie preoccupate poi svanite con il passare dei minuti), ma lo svantaggio è durato poco, il tempo di riprendersi il servizio a zero e poi di sfrecciare verso la vittoria in un pomeriggio in cui né Vagnozzi né Cahill – a completare il box in Ohio il preparatore atletico Umberto Ferrara e l’amico d’infanzia Nicolò Inserra a fargli da sparring partner – hanno mai avuto bisogno di alzarsi dalla sedia.
Sono talmente abituati a veder vincere il loro fenomeno, che lo «standing» serve solo nelle partite che valgono il titolo: con quella di oggi, le vittorie consecutive sul cemento sono diventate 25, e dovranno diventare 26 per rivedere Sinner-Alcaraz anche sul cemento di Cincinnati, dove l’anno scorso Carlos spaccò una racchetta prima di perdere contro Monfils e dove invece ora sta facendo strada, seppur lasciando qualcosa nel suo percorso. Di sicuro, sabato Jannik festeggerà il 24° compleanno in campo, dove e come piace a lui.