Lonigo / Arzignano

La nuova impresa di tre amici ciclisti. Sono partiti dallo stadio di San Siro e sono arrivati al “Maradona” pedalando incessantemente per 30 ore




La partenza: i tre ciclisti Michele Pieropan, Roberto Paganin e Amedeo Agricolo immortalati allo stadio di San Siro


La partenza: i tre ciclisti Michele Pieropan, Roberto Paganin e Amedeo Agricolo immortalati allo stadio di San Siro




La partenza: i tre ciclisti Michele Pieropan, Roberto Paganin e Amedeo Agricolo immortalati allo stadio di San Siro


La partenza: i tre ciclisti Michele Pieropan, Roberto Paganin e Amedeo Agricolo immortalati allo stadio di San Siro

Milano-Napoli one push in bicicletta. La nuova impresa di due vicentini e un veronese aggregati al gruppo Assault to Freedom, un gruppo di sana follia che pedala per superare i limiti e sfidare se stessi per raggiungere nuovi obiettivi.

Milano-Napoli: l’impresa di tre amici ciclisti per superare i propri limiti

Michele Pieropan di Arzignano, Roberto Paganin di Lonigo e Amedeo Agricolo di Bonaldo di Zimella sono partiti dallo stadio San Siro di Milano e attraversando mezza Italia hanno percorso 850 chilometri per arrivare al Maradona di Napoli pedalando incessantemente per quasi 30 ore e superando un dislivello positivo di 5.000 metri.

«Un’esperienza fantastica – spiegano i tre cicloamatori – un’idea di Lamastra a cui ci siamo subito aggregati preparando in modo minuzioso questa sana pazzia». Una pazzia come quella dell’everesting che i tre ciclisti in passato hanno superato compiendo varie salite per raggiungere quota 8.484 metri di dislivello.

L’impresa dallo stadio San Siro al Maradona messa a segno in 30 ore

«Il giorno della partenza eravamo in 17 e subito abbiamo trovato il feeling giusto e una grande unione per sostenerci a vicenda. Prima tappa lunga fino dopo Rimini per la prima sosta cibo e cambio, con noi abbiamo sempre avuto una macchina e un furgone di scorta che per fortuna è servito solo nella fase finale. Ci siamo sempre dati il cambio e anche nella salita più lunga, il Passo della Maiella tutti hanno lavorato incessantemente per portare a termine questa impresa».

«Molta gente ci ha sostenuto lungo la strada, sembrava di essere al Giro»

Lungo il percorso non sono mancati i curiosi e appassionati che hanno pedalato assieme fino al gran finale di Napoli, una festa con un finale libertario. «Molta gente ci ha sostenuto lungo la strada, sembrava di essere al Giro quando i tifosi lungo la strada fanno casino per darti quella spinta in più. Poi a Napoli abbiamo avuto ragazzini e non solo che ci hanno seguito fino alla fine gridando come pazzi, bellissimo finire così nonostante le energie fossero quasi a zero. Quando noi tre abbiamo visto lo stadio Maradona ci siamo stretti in un forte abbraccio e abbiamo pianto».

Un pianto liberatorio per un obiettivo raggiunto che rappresenta però un punto di partenza per nuove sfide future, questa è una cosa più che certa dicono i ciclisti: «In pentola abbiamo qualche idea che bolle, adesso recuperiamo le forze e poi inizieremo a preparare una nuova impresa, di certo non staremo fermi, non ne siamo capaci. L’obiettivo è quello di vedere fino a dove possiamo arrivare»