di
Dimitri Canello
Arrivata dalla Romania, dopo la Rivoluzione del 1989, si era laureata in Ingegneria per poi dedicarsi alle tante competizioni sportive. Il ricordo degli amici sui social
«Ciao Alexandra Gheorghe, in tutti noi che ti abbiamo conosciuta resteranno i sorrisi che ci hai regalato, la montagna la tua passione ti ha portata via troppo presto resterai sempre nei nostri cuori».
L’amico Roberto ricorda così l’alpinista di origini romene e residente sin dall’infanzia nel Padovano scomparsa a causa di un incidente durante la scalata sul Castore, nel massiccio del Monte Rosa. Un’ondata di commozione social ha travolto il web per una ragazza solare, apprezzata, amata, che se ne va davvero troppo presto, tradita dalla montagna, la sua grande passione.
Alexandra Gheorghe aveva 36 anni e una vita guidata dalla curiosità e dalla voglia di mettersi alla prova. Sport, natura e scoperta erano i tre fili che intrecciavano la sua storia, sempre animata da un’energia che non sembrava conoscere soste. Aveva iniziato a frequentare la montagna una decina di anni fa, ma solo di recente aveva rivolto lo sguardo ai ghiacciai, affascinata da un ambiente tanto spettacolare quanto complesso. Per affrontarlo aveva deciso di formarsi, partecipando a corsi e uscite con alpinisti esperti, consapevole dei rischi ma anche della bellezza di quell’universo di ghiaccio e roccia.
Nata in Romania, era arrivata in Italia da bambina insieme alla famiglia. Il padre aveva scelto di trasferirsi dopo la rivoluzione del 1989, desideroso di garantire ai figli nuove opportunità e una vita costruita su basi solide. Cresciuta ad Agna, aveva condiviso la casa con i genitori e il fratello fino alla scomparsa del papà, avvenuta qualche anno fa.
Brillante negli studi, si era laureata in Ingegneria informatica all’Università di Padova e aveva proseguito la formazione con un Master a Udine. La sua carriera l’aveva vista muoversi tra aziende di rilievo: prima esperienze nel settore informatico, poi un lungo periodo in Vodafone e infine, da quasi quattro anni, un ruolo manageriale in Gosp, società del Gruppo Generali. Il lavoro la portava spesso a Milano, pur restando legata al Veneto, dove aveva vissuto prima a Campodarsego e poi a Ponte di Brenta.
Lo sport era il suo linguaggio quotidiano. La corsa occupava un posto speciale, iniziata nei Colli Euganei con il gruppo Galzignano Trail Friends e proseguita fino a competizioni impegnative come ultratrail da settanta chilometri. Era tesserata Fidal e partecipava a gare ufficiali con il gruppo Noi Generali Asd Aps. Con il tempo aveva unito al podismo la passione per l’alpinismo, iscrivendosi al Cai di Dolo e poi al Cai di Padova, dove aveva trovato un ambiente ricco di iniziative che l’avevano spinta a scoprire anche lo scialpinismo.
Non mancavano i viaggi, altra sua grande passione. Spesso organizzava spedizioni con WeRoad, guidando gruppi in giro per il mondo. Aveva conosciuto il Vietnam, la Giordania, l’Islanda, e portava con sé il ricordo vivo di quelle esperienze. Per lei il pianeta era una mappa ancora tutta da riempire di colori e di storie, e ogni nuova partenza era un capitolo che aspettava di essere scritto.
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15 agosto 2025
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