Ancona, 15 agosto 2025 – I medici di base potranno lavorare fino a 10 ore settimanali in più per compensare la carenza di camici bianchi; e bilanceranno l’attività in ambulatorio con quella nelle Case di Comunità, per limitare gli accessi impropri in Pronto soccorso.
Sono alcune delle novità introdotte dal nuovo accordo integrativo regionale, che a distanza di diciotto anni dal precedente, la Regione ha firmato con il placet delle principali sigle sindacali dei medici di medicina generale: Fimmg, Snami, Smi, Fmt e Cisl Medici. L’obiettivo è rafforzare l’assistenza sanitaria sul territorio e alleggerire la pressione sui Pronto soccorso.
Presentato nei giorni scorsi dal presidente Francesco Acquaroli e dal vicepresidente e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, il provvedimento introduce misure in linea con le direttive nazionali e il Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza.
L’obiettivo è rendere pienamente operative le Case della Comunità e migliorare l’organizzazione dei servizi, in un contesto segnato dalla carenza di personale medico. Tra le principali novità spicca l’attuazione del ’Ruolo unico’, che prevede per i medici un bilanciamento tra attività ambulatoriale e ore dedicate ai servizi nelle Case della Comunità, con la gestione di prestazioni non urgenti per ridurre gli accessi impropri agli ospedali. Viene inoltre potenziata la rete delle cosiddette Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), che saranno organizzate in moduli base coordinati da un referente collegato ai Distretti sanitari. Fino al 2028 sarà poi possibile, su base volontaria, svolgere fino a dieci ore settimanali aggiuntive, per compensare la carenza di personale.
Sul fronte della prevenzione, l’accordo introduce nuovi obiettivi per la riduzione del rischio cardiovascolare e migliora la gestione dei pazienti nelle strutture residenziali. Saltamartini ha evidenziato che, con la realizzazione di nove Ospedali di comunità e 29 Case della Salute nelle Marche, il sistema sarà pronto a garantire servizi oggi carenti, mentre particolare attenzione è riservata alle zone disagiate, con incentivi economici e maggiore flessibilità organizzativa. “È un passo decisivo per una sanità più moderna ed efficiente – ha commentato Acquaroli – che rafforza il legame tra medici di base e territorio, offrendo risposte concrete ai cittadini”.