La scusa era quella di promuovere il suo nuovo film, “Highest 2 Lowest”, in cui è tornato a lavorare con Denzel Washington a quasi vent’anni da “Inside Man”, ma come era facilmente prevedibile si è finiti a parlare di basket. Ospite del podcast di Bill Simmons, Spike Lee ha prima ribadito la sua incrollabile fede nei Knicks, affermando che la prossima stagione sarà quella buona per riportare a New York quel titolo che in città manca da oltre mezzo scolo. E dal dialogo con Simmons, noto tifoso dei Celtics, è riemersa anche una questione di cui nei dintorni del Madison Square Garden e tra gli appassionati si è discusso parecchio: il buon vecchio Spike può ancora fregiarsi del ruolo di primo tifoso dei Knicks? La comparsa di un rivale alquanto agguerrito non sembra per il momento spaventarlo.
Spike e Timothée: la sfida è aperta?
A pungolare il regista è stato lo stesso Simmons, menzionando la presenza fisica sempre più evidente di Timothée Chalamet tra le prime file alle partite dei Knicks e, in maniera quasi inevitabile considerata la fama planetaria del protagonista di “Dune” e “A Complete Unknown”, il risalto datogli dai media di tutto il mondo. “A me sembra che Chalamet abbia un po’ invaso il tuo territorio…”, la provocazione ha subito scatenato la risposta netta di Lee: “No, non c’è competizione e quindi non c’è nemmeno della rivalità”. I toni si sono poi abbassati e Lee ha ammesso che la passione di Chalamet è genuina e quindi rispettabileaggiungendo poi: “Timothée è un bravo ragazzo e un ottimo attore, abbiamo parlato più volte di fare un film insieme e prima o poi ci riusciremo”. La stima personale e professionale, insomma, c’è, ma quanto allo scettro di tifoso dei Knicks per antonomasia, almeno per il momento, Spike non ha alcuna intenzione di cederlo ad altri.
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