Un palco incandescente, non solo per il caldo torrido che ha accompagnato la seconda serata del Red Valley Festival, ma per l’energia e il messaggio potente lanciato da uno degli artisti più attesi. Ieri sera, a Olbia, Ghali ha trasformato il suo concerto in un’altra, importante occasione per accendere i riflettori sulla drammatica situazione umanitaria a Gaza.

Davanti a oltre 30.000 fan in visibilio, il rapper di origini tunisine, dopo aver esordito con un caloroso “Mamma quanto sono felice di essere in Sardegna stasera”, ha regalato al pubblico un live di un’ora, snocciolando tutte le sue hit più famose, da “Paprika” a “Good Times“, da “Barcellona” a “Bayna” e “Cara Italia”.

Ma il momento più intenso della serata è arrivato dopo un breve stop di cinque minuti per un problema tecnico, che l’artista ha sfruttato per un cambio d’abito. Tornato sul palco, ha lanciato la sua invettiva: “Dicono che gli artisti non devono fare politica“, ha urlato al microfono. Subito dopo, si è avvolto in una grande bandiera della Palestina mentre partivano le note della sua canzone-manifesto, “Casa mia“, e sugli schermi alle sue spalle compariva la scritta “Ma quale Gaza tua?“. Un gesto forte, coerente con il suo percorso artistico e umano, che ha infiammato il pubblico del festival sardo, confermando Ghali come una delle voci più impegnate e coraggiose della scena musicale italiana.

La sua performance è stata ricca di momenti musicali, incluso un duetto con Digital Astro per il brano “Celine“. E dopo la sua esibizione, ha raggiunto sul palco anche l’headliner della serata, Sfera Ebbasta, per un altro duetto che ha mandato in delirio i fan. La seconda giornata della decima edizione del Red Valley, che ha visto alternarsi sul palco anche artisti come Paky, Morad e Shiva, si è conclusa a notte fonda con il dj set del produttore anglo-norvegese Alan Walker.