Quanto può valere un 10° posto al Tour de France? Molto, se sei francese e soprattutto se militi in una delle poche squadre professional invitate alla Grande Boucle per smuovere le acque. La top 10 di Jordan Jegat, il transalpino della TotalEnergies è stata una delle grandi sorprese dell’edizione di quest’anno e unita a quella di Vauquelin e all’unica vittoria di tappa conquistata da Valentin Paret-Peintre è stata un raggio di sole per il ciclismo francese, che dopo l’addio di Bardet fatica a trovare nuovi validi esponenti per le grandi corse a tappe.

Per molti Jegat è un oggetto misterioso. 26 anni, da Vannes, è arrivato a emergere al Tour senza grandi squilli: «Ho iniziato a pedalare sin da quand’ero piccolo perché mio padre faceva triathlon e da allora ho sempre voluto fare della mia passione un lavoro, perché mi dava gioia. Sono diventato professionista nella continental grazie al passaggio di livello della mia squadra dilettantistica, la CIC U Nantes Atlantique nel 2022 approdando alla TotalEnergies lo scorso anno».

Jegat ha costruito la sua classifica sulla costanza di rendimento, finendo nei primi 10 solo in due tappe

Jegat ha costruito la sua classifica sulla costanza di rendimento, finendo nei primi 10 solo in due tappe

Hai sempre corso su strada o come tanti altri francesi sei passato prima dall’offroad?

No, ho fatto solo corse su strada. Ho provato un po’ il ciclocross, ma solo per divertimento; a dir la verità non ero il massimo… No, mi sono subito concentrato sulla strada, crescendo anno dopo anno.

Prima del Tour de France avevi un palmarès più da corridore di corse in linea, ti sentivi più adatto alle gare d’un giorno?

No, sinceramente io ho sempre preferito le corse a tappe. Soprattutto quelle di media durata, come la Parigi-Nizza e il Giro dei Paesi Baschi. Mi sono sempre piaciute e volevo continuare a migliorare in particolare nelle corse brevi, perché ho sempre trovato una certa attitudine. Certamente la prestazione complessiva al Tour, una corsa così lunga e difficile, ha sorpreso anche me.

Prima del Tour il miglior piazzamento di Jegat in una corsa a tappe era stato il 6° posto al Tour de Kyushu 2024

Prima del Tour il miglior piazzamento di Jegat in una corsa a tappe era stato il 6° posto al Tour de Kyushu 2024

Alla top 10 del Tour ci credevi e come ci sei arrivato?

Devo dire grazie ai miei compagni che sono stati fantastici. All’inizio pensavo che un buon piazzamento, fra i primi 20, fosse possibile, e che magari essere tra i primi 15 sarebbe stato davvero qualcosa di grandioso per le nostre possibilità. Poi i risultati sono arrivati giorno dopo giorno. Sono salito in classifica tenendo il passo dei più forti mentre man mano vedevo avversari che cedevano. E alla fine mi sono ritrovato in una posizione completamente inaspettata, che ridefinisce tutte le mie prospettive.

Quanto è stato importante l’apporto del team?

Tantissimo, ma non solo nelle tre settimane del Tour. La squadra mi ha aiutato molto nella preparazione. Siamo andati in ritiro in Sierra Nevada a maggio, poi ho potuto partecipare al Delfinato senza specifiche richieste di risultato. Avevo chiuso 14° e lì abbiamo pensato che provare a far classifica, senza fare voli pindarici, sarebbe stato un buon obiettivo per il Tour. La squadra mi ha messo nella migliore condizione mentale possibile per l’allenamento, ho anche potuto scegliere il mio programma di gare prima del Tour de France.

I francesi si sono pian piano affezionati a lui, partito quasi come un partecipante sconosciuto ai più

I francesi si sono pian piano affezionati a lui, partito quasi come un partecipante sconosciuto ai più

Qual è stato l’impatto del tuo risultato, come di quello di Vauquelin, sui media francesi?

Enorme, sinceramente non pensavo di ricevere tutte queste attenzioni. Si è scatenato tanto clamore attorno a questo risultato, ancora oggi ricevo congratulazioni ogni giorno per il Tour de France. E’ davvero pazzesco, ma devo dire che anche nel team il mio piazzamento è stato festeggiato come se fosse stata una vittoria. La TotalEnergies è una squadra che pratica ciclismo da tanti anni e mi hanno detto che ne sono passati 10 dall’ultima volta che il team ha raggiunto un simile livello al Tour. Quindi è fantastico.

Dopo però non ti sei fermato e hai corso al Tour de l’Ain finendo 6°. Si è avuta la sensazione di un Jegat nuovo, molto più sicuro delle sue possibilità anche per lottare per la vittoria finale, è così?

Sì, è vero. Alla partenza il mio obiettivo era vincere e sapevo anche di essere in buona forma. A volte partecipi alle gare, ma non sai realmente qual è la tua forma fisica. Io sapevo di essere in buona forma dopo il Tour, quindi ero fiducioso perché sentivo che la mia condizione, dopo quelle tre settimane faticose ma anche importanti per la crescita della forma, era la migliore da tanto tempo a questa parte. E alla fine il risultato è stato comunque positivo. Tra quelli con il Tour nelle gambe sono stato il migliore.

L’Italia gli ha spesso portato bene. Qui ottiene il 3° posto al Giro di Toscana ’24, vinto da Zwiehoff

L’Italia gli ha spesso portato bene. Qui ottiene il 3° posto al Giro di Toscana ’24, vinto da Zwiehoff

Ora che cosa ti aspetta, ti vedremo a mondiali ed europei?

Spero molto di esserci, al campionato del mondo. La squadra si deciderà a inizio settembre e per questo spero di fare bene nelle gare italiane di quel periodo, in modo da convincere il selezionatore a darmi una chance per essere utile alla causa nazionale.

Tu hai il contratto con la TotalEnergies anche per l’anno prossimo, poi pensi al gran salto nel WorldTour e per avere quale ruolo?

E’ una bella domanda. E’ vero che sono ancora sotto contratto l’anno prossimo e quindi non è un problema che mi pongo ora. Poi per il 2027 vedremo in base alle offerte ma anche alla mia crescita. Non nascondo che mi piacerebbe potermi confrontare in altri grandi giri che non siano il Tour, come la Vuelta o il Giro. Arrivare decimo al Tour ti fa venire voglia di fare meglio. E perché non farlo in un altro grande giro? Ma d’altro canto penso anche che mi trovo molto bene nella squadra, quindi potrei anche rimanere. Dipende dalle richieste che arriveranno.