C’è un fascino indiscutibile nei film lunghi ed epici: opere che sfidano la pazienza dello spettatore moderno e raccontano storie talmente grandi che la loro durata appare giustificata dalla portata della narrazione. La storia del cinema del resto è piena di esempi di lungometraggi monumentali che, nonostante le ore in sala, riescono a tenere il pubblico incollato alle poltrone del cinema.

Un esempio recente è John Wick: Chapter 4, durato quasi tre ore e considerato il migliore della saga, mentre guardando più indietro possiamo trovare Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re con le sue 3 ore e 21 minuti che gli valsero l’Oscar come miglior film. Inoltre, è impossibile non citare capolavori come Via col vento (238 minuti) o il monumentale Napoleone di Abel Gance del 1927 (5 ore e 30 minuti).

Ma se pensavate che queste epiche durate fossero estreme, c’è un film che va oltre ogni immaginazione: Logistics, il documentario svedese del 2012 che dura 857 ore, equivalenti a 35 giorni e 17 ore. Una maratona cinematografica senza precedenti, pensata per esplorare nel dettaglio il viaggio di un oggetto comune dall’inizio alla fine della catena produttiva, e mostrare quanto poco sappiamo della logistica che sostiene la nostra vita quotidiana.

L’idea nacque nel 2008, quando i registi Erika Magnusson e Daniel Andersson lessero un articolo su uno spazzolino elettrico la cui produzione coinvolgeva dieci paesi diversi. Affascinati dalla complessità dell’economia globale, decisero di realizzare un documentario seguendo un oggetto dall’origine fino al momento in cui raggiunge il consumatore. Il gadget scelto? Un contapassi, simbolo perfetto del “disordine anonimo” che popola la vita di tutti i giorni.

Per realizzare il progetto, la troupe ha quindi seguito il percorso dall’assemblaggio in Cina, passando per il porto di Shenzhen, fino al trasporto via mare attraverso il Mediterraneo e il Canale di Suez, attraversando l’Oceano Indiano fino alla consegna finale a Stoccolma.

A differenza di altri documentari come Shoah di Claude Lanzmann (9 ore e 26 minuti), o progetti sperimentali come Modern Times Forever (240 ore), Logistics è pensato per immergere lo spettatore in tempo reale nella lunga, metodica e laboriosa catena di distribuzione di un oggetto. Ogni minuto è essenziale: la durata stessa diventa strumento narrativo, rendendo tangibile il tempo necessario perché anche l’oggetto più banale arrivi tra le mani del consumatore.

Insomma, Logistics non è solo il film più lungo mai realizzato, ma è bensì un’esperienza estrema che ci ricorda quanto, nella nostra vita quotidiana, siamo totalmente dipendenti da processi invisibili e trascurati, e quanto la complessità del mondo moderno sia dietro ogni gesto, ogni oggetto, ogni routine che diamo per scontata.

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