24 luglio 2025 | 09:40
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Dopo i primi sette casi accertati, cresce la preoccupazione tra gli allevatori molisani. Coldiretti sollecita misure operative per evitare un’emergenza sanitaria come in Abruzzo.
Nonostante al momento i casi ufficialmente accertati siano solo sette, la febbre catarrale ovina (Bluetongue) torna a far paura in provincia di Isernia. A lanciare l’allarme è Coldiretti Molise, che chiede alla Regione “risposte operative” immediate per contenere sul nascere la diffusione del virus, che colpisce in particolare pecore e bovini, mettendo a rischio la già fragile zootecnia regionale.
La preoccupazione cresce anche per il confronto con la vicina regione Abruzzo, dove – a fronte di una comunicazione ufficiale dell’Istituto Zooprofilattico che parla di 165 capi colpiti – la Asl locale ha dichiarato 330 decessi nella sola provincia di Teramo. Una discrepanza che, secondo Coldiretti, alimenta l’ansia tra gli allevatori molisani, in particolare quelli attivi nelle aree confinanti.
Nei giorni scorsi il direttore regionale di Coldiretti, Aniello Ascolese, ha scritto una lettera al presidente della Regione Francesco Roberti e all’assessore all’Agricoltura Salvatore Micone, esprimendo la forte preoccupazione dell’organizzazione e degli imprenditori zootecnici per il rischio concreto di propagazione della malattia. “Il Molise – sottolinea Coldiretti – è ancora in attesa di un Piano zootecnico regionale, strumento necessario per affrontare le criticità e costruire una filiera moderna e competitiva”.
Nel frattempo, il Servizio Prevenzione Veterinaria e Sicurezza Alimentare della Regione ha diffuso il 22 luglio delle linee guida che confermano la vaccinazione come unica misura realmente efficace per contrastare la malattia. “Il rischio di contagio – si legge nella nota – può essere mitigato con l’uso di antiparassitari insetticidi e repellenti, ma è consigliabile procedere al più presto alla vaccinazione di tutti gli animali sani che non mostrano sintomi”. Al momento, però, la vaccinazione resta su base volontaria, con costi e responsabilità a carico degli allevatori.
Particolare attenzione viene richiamata sulla situazione delle aziende zootecniche di Montenero Val Cocchiara e Pizzone, già colpite da focolai di tubercolosi bovina. Secondo Coldiretti, in queste aziende le concimaie colme da mesi e mai svuotate rappresentano un ambiente favorevole alla proliferazione degli insetti vettori (Culicoides), aumentando così il rischio di diffusione della Bluetongue.
Da qui la richiesta all’autorità veterinaria di autorizzare quanto prima lo smaltimento del letame, attraverso lo spandimento in campo o il trasporto fuori azienda. “I tre prelievi sierologici finora eseguiti – ricorda Coldiretti – hanno dato tutti esito negativo”, ma la situazione igienico-sanitaria richiede misure urgenti.