Certo, in questo mondo sempre più legato ai denari e meno ai valori morali la Coppa Davis ha perso di fascino. Figurati con un calendario così affollato come quello di uno sport iper-professionistico come il tennis, dove il campione – ricco e appagato da una stagione senza pause – deve trovare l’impossibile equilibrio fra attività, allenamento, riposo e richieste di sponsor, manager e paese d’appartenenza. Epperò, quando la patria chiama, magari facendo un patto coi colleghi coi quali sei nato e cresciuto, e comunque garantendosi introiti indiretti attraverso la Federazione d’appartenenza e gli abbinamenti pubblicitari locali, anche le star trovano modo di rispondere all’appello. In special modo ora che gli impegni in nazionale si sono ridotti all’osso e le giornate di gara sono diventate appena due, con solo tre match da disputare.

Quindi, sperando che gli US Open non facciano cambiare idea a qualcuno, il parterre delle qualificazioni alle Final 8 di Novembre a Bologna è davvero di primissima qualità, con ben cinque top 10 di 14 paesi che si battono per i 7 posti in palio. Considerato che l’Italia, peraltro campione in carica delle ultime due edizioni, è qualificata di diritto come paese ospitante.