Negli ultimi anni, il Giappone è diventato una delle mete più ambite dai viaggiatori internazionali, attirando milioni di persone desiderose di scoprire le sue città ultramoderne, i templi millenari, la cucina raffinata e i paesaggi naturali mozzafiato.

Dopo la pandemia, inoltre, il Paese ha registrato un vero e proprio boom di presenze, arrivando per la prima volta a superare la Thailandia per numero di visitatori internazionali.

Ma tutto questo successo ha portato con sé anche nuove sfide: sovraffollamento, aumento della pressione sulle infrastrutture e malcontento tra i residenti.

Per affrontare questa situazione, il governo giapponese ha introdotto una misura che sta facendo molto discutere: prezzi più alti per i turisti stranieri in alcune delle attrazioni più visitate del Paese. Una scelta che punta a rendere più sostenibile il turismo, ma che solleva anche interrogativi su equità e accessibilità.

Prezzi differenziati: come funziona la doppia tariffazione

Dal luglio scorso, in diverse attrazioni del Giappone — tra cui musei, templi storici, impianti sciistici e siti culturali di grande richiamo — è entrata in vigore una doppia tariffazione.

I residenti giapponesi pagano un prezzo ridotto, mentre i visitatori stranieri devono affrontare tariffe più elevate. Questo sistema, già applicato in altri Paesi, mira a due obiettivi principali: da un lato, ridurre l’affollamento nelle località più sensibili, come ad esempio Tokyo, Kyoto, Osaka; dall’altro, generare maggiori entrate per la manutenzione e l’ammodernamento delle strutture turistiche.

Il principio è semplice: chi visita il Paese contribuisce in misura maggiore ai costi di gestione, lasciando al contempo ai residenti la possibilità di accedere a prezzi più contenuti. I ricavi extra, derivanti dalle tariffe maggiorate, saranno reinvestiti in interventi di conservazione, miglioramento dei servizi e potenziamento delle infrastrutture, così da garantire un’esperienza migliore sia per i turisti che per la comunità locale.

Impatto sul turismo e possibili sviluppi futuri

L’aumento dei prezzi per i turisti potrebbe avere effetti contrastanti sul settore turistico giapponese. Da un lato, potrebbe disincentivare il turismo di massa a favore di un turismo più sostenibile e consapevole. Favorendo quindi un flusso di visitatori disposti anche a investire di più nella loro esperienza di viaggio.

Dall’altro, c’è il rischio che alcune categorie di viaggiatori — in particolare giovani, studenti e famiglie con budget ridotto che viaggiano con bambini — possano scegliere destinazioni alternative dove il costo complessivo della vacanza risulta inferiore e più alla loro portata.

Il Giappone, tuttavia, sembra puntare sulla forza della sua attrattiva culturale e paesaggistica, confidando che la bellezza dei suoi luoghi, unita a servizi di alto livello, continuerà ad attirare visitatori disposti a sostenere costi più elevati.

Il dibattito è aperto: per alcuni, la doppia tariffazione è un modo intelligente per garantire la conservazione del patrimonio e ridurre la pressione turistica; per altri, rappresenta un segnale di esclusività che potrebbe allontanare parte del pubblico.

Ciò che è certo è che questa politica segna un cambio di rotta nel modo in cui il Giappone gestisce il proprio successo turistico e sarà interessante osservare nei prossimi anni come evolverà il rapporto tra ospitalità e sostenibilità in una delle nazioni più affascinanti del mondo.