La dirigenza della Uno-X Mobility non è entusiasta della partecipazione dei suoi corridori ai Mondiali di Kigali 2025. Come spesso accade in questo periodo dell’anno, specialmente quando siamo alla conclusione del triennio che assegna le licenze WorldTour, la caccia ai punti entra ancor più prepotentemente nei ragionamenti di tutti. A farne le spese sono spesso le corse in cui i corridori partecipano con la maglia della propria nazionale, che portano effettivamente anche punti alle squadre, ma che possono vedere alcuni corridori lavorare per i propri connazionali, che magari militano in squadre rivali, potenzialmente anche dirette concorrenti del proprio team di appartenenza.
Anche senza arrivare a questo estremo, per le squadre l’ottimizzazione del calendario dei propri uomini è comunque un elemento cruciale e ovviamente team manager e direttori sportivi non sono entusiasti di perdere i propri corridori in un momento importante della stagione, ancor di più se per partecipare alla rassegna iridata devono affrontare una trasferta importante e onerosa, che può portare via energie mentali e fisiche preziose ai propri corridori, costringendoli magari a rinunciare ad alcuni obiettivi interessanti per il team.
È questo il caso del team professional norvegese, che attualmente è in piena rimonta e vede la possibilità di lottare per la promozione in massima divisione, ma che comunque ha bisogno di punti per garantirsi l’invito automatico alle corse WorldTour in quanto miglior professional dell’anno. “Se si ottengono buoni risultati, ai Mondiali si possono guadagnare molti punti, ma il percorso è difficile. Richiede inoltre allenamento in altura, preparazione specifica e vaccinazioni – ha spiegato il numero uno del team Thor Hushovd a TV2 – Significa fare un sacrificio importante. Non abbiamo detto ai nostri corridori che non possono partecipare, ma abbiamo detto che potrebbero esserci altre cose più importanti”.
L’ex iridato conosce bene il valore dei mondiali ed è sempre stato una pedina fondamentale della sua nazionale, ma necessariamente si trova a fare i conti e deve riflettere attentamente a queste decisioni, spiegando così la sua posizione: “Abbiamo detto loro che preferiremmo che non partecipassero ai Mondiali – ammette – Forse qualcuno si chiederà che tipo di messaggio questo trasmetta, rifiutando la possibilità di rappresentare la Norvegia con la bandiera sul petto, ma il calendario è così fitto ora che dobbiamo valutare attentamente ogni cosa”.
Il team comunque non vuole impedire i corridori ad andare e non lo farà se questi avessero fatto dell’evento africano un proprio obiettivo stagionale: “Se ci sono corridori, come Tobias Halland Johannessen, ad esempio, che hanno chiaramente espresso un forte desiderio di partecipare, allora ovviamente ne terremo conto”, ha detto il campione del mondo 2010 di Geelong, che tuttavia preferirebbe vedere i suoi uomini andare in cerca di punti in altre corse, che invece non sembrano entusiasmare i propri corridori.
L’esempio più lampante sembrano essere le due classiche canadesi, GP de Québec e GP de Montréal, che peraltro non sono incompatibili con l’evento visto che anche un corridore come Tadej Pogacar le ha messe in calendario. “Non ho parlato con tutti individualmente, ma la mia impressione è che non ci sia un grande interesse – conclude – Le gare di un giorno in Canada sono invece importanti per noi: ci sono molti punti in palio e sono adatte ai nostri scalatori. Non abbiamo imposto alcuna richiesta, ma abbiamo fissato degli obiettivi. E le gare in Canada fanno sicuramente parte di questi obiettivi”.