Sta per uscire al cinema in America il nuovo film di Jafar Panahi, Un semplice incidente, una storia morale cruda e appassionante, premiata con la Palma d’Oro a Cannes. Ecco il trailer.
Il regista iraniano Jafar Panahi ha sperimentato sulla sua pelle la persecuzione, e il carcere per le sue battaglie contro la politica repressiva del governo. Nel 2022 non ha potuto accompagnare il suo film Gli orsi non esistono nei vari festival perché era appunto in prigione, da dove è stato liberato l’anno successivo dopo uno sciopero della fame. Costretto a girare clandestinamente le sue pellicole, Panahi non è mai venuto meno al suo impegno e alla necessità di raccontare le sue esperienze e quello che accade nella società attraverso il cinema. Il suo ultimo film, Un semplice incidente, che ha debuttato al festival di Cannes di quest’anno, dove ha vinto meritatamente la Palma d’oro, chiama in causa la nostra coscienza, mettendo al centro della storia un uomo che casualmente riconosce un suo torturatore e decide di farsi giustizia da solo, coinvolgendo altre vittime. Da noi Un semplice incidente arriverà al cinema con Lucky Red in data ancora non nota, ma in America esce il 15 ottobre distribuito da Neon, che per l’occasione ha diffuso il trailer originale, che vi mostriamo.
Un semplice incidente: un film che dimostra la difficoltà della vendetta
Come dice il titolo, la storia prende il via da un incidente, quando Rashid (Ebrahim Azizi), in auto con la moglie incinta e la figlia, investe un cane. Si ferma, scende, verifica le condizioni dell’animale, lo abbatte e riparte. Poco dopo, l’auto si guasta. Una sosta presso un’officina gli fa incontrare Vahid (Vahid Mobasheri), un meccanico che riconosce in lui un dettaglio inquietante: il passo claudicante dell’uomo e il suono metallico della sua protesi. Quel suono lo riporta a un trauma mai elaborato. Anni prima, Vahid era stato incarcerato per aver chiesto di essere pagato. In prigione era stato torturato da un uomo noto come “Gamba di Legno”. Ora, convinto che Rashid sia quel torturatore, Vahid lo segue, lo aggredisce e lo rinchiude nel retro del suo furgoncino. Parte verso il deserto, deciso a seppellirlo vivo. Ma Rashid nega, e i dubbi iniziano a insinuarsi. Per ottenere conferme, Vahid si mette in viaggio verso la città, coinvolgendo altri ex detenuti che, come lui, hanno subito torture. A bordo del furgone salgono un libraio, una fotografa, una sposa, il suo promesso e un operaio: tutti convinti di poter riconoscere il torturatore. Ma i pareri divergono, le certezze vacillano. Il deserto diventa il teatro di una resa dei conti incerta, dove il confine tra giustizia e vendetta si fa sottile, e la memoria si rivela un terreno instabile