Il ‘re’ dei Fantastici 5

Da tifosi e appassionati di motociclismo si può amare o meno Jorge Lorenzo, ma è innegabile che lo spagnolo sia uno dei piloti di riferimento nella storia delle due ruote e che al tempo stesso sia anche un personaggio sempre capace di far parlare di sé e di fornire spunti di discussione interessanti. Non ha fatto eccezione l’ultima intervista rilasciata dal cinque volte campione del mondo – tre volte iridato in MotoGP – nell’ormai celebre podcast Mig Babol, condotto dall’ex pilota Andrea Migno.

Nella ‘tana’ di uno degli allievi di Valentino Rossi, Lorenzo ha tirato fuori gli artigli rivendicando – in maniera divertita ma certamente convinta – di essere stato l’unico pilota del gruppo dei fantastici 5 (che comprende oltre a lui anche Rossi, Stoner, Pedrosa e Marquez) ad essersi laureato campione del mondo almeno una volta contro tutti gli altri quattro fenomeni. “I Fantastici 5? sì però io, perdonate l’insolenza, sono stato l’unico a battere tutti gli altri in un campionato”.

“Questo non vuol dire che sono il migliore degli altri – ha poi aggiunto l’ex #99 – ma statisticamente sono stato l’unico a battere in un Mondiale tutti gli altri quattro. Valentino non ha battuto Marquez vincendo il titolo, ha fatto secondo. Stoner non ha guidato con Marquez e Pedrosa non ha mai vinto un Mondiale di MotoGP. Poi Valentino e Marquez hanno vinto più campionati di me, però…”.

Il ‘perfettino’ Bagnaia

Lorenzo però non ha rinunciato anche ad affrontare qualche aspetto di attualità, tornando ancora una volta a parlare di Pecco Bagnaia e a difendere il campione di Chivasso, che quest’anno sta vivendo certamente l’annate più difficile da quando è diventato un pilota factory Ducati: “Bagnaia mi piace perché non molla. Io lo difendo, lo difendo molto perché lui è un po’ come me. Lui è un pilota ‘perfettino’ che ha bisogno che tutto sia al posto giusto per essere molto competitivo. Ha bisogno di tanta confidenza sul davanti, che la moto sia molto stabile e che abbia molto grip all’anteriore. Se non trova questa sensazione soffre di più rispetto a uno Stoner o a un Marquez, che non hanno bisogno di questa perfezione nel settaggio della moto, ve lo assicuro”.