Il ministro della Salute Orazio Schillaci – Imagoeconomica
Ora che il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha azzerato il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni (Nitag), si attende, come recita una nota dello stesso ministero, «un nuovo procedimento di nomina per coinvolgere tutte le categorie e gli stakeholder interessati». E ancora: «La tutela della salute pubblica richiede la massima attenzione e un lavoro serio, rigoroso e lontano dal clamore». La firma della revoca di tutti i membri arriva dopo una vera e propria mobilitazione delle società scientifiche, del mondo accademico, e dell’Ordine dei medici, oltre che di tutta l’opposizione e persino di una fetta della maggioranza di governo: tutti contrariati dalla nomina, nel Gruppo, di due componenti accusati di posizioni antiscientifiche e vicine al mondo no-vax.
I due medici al centro delle discussioni sarebbero stati imposti a Schillaci da esponenti di Fratelli d’Italia, partito da sempre tiepido – per usare un eufemismo – sull’utilizzo dei vaccini e sulle modalità di contrasto adottate dai precedenti esecutivi (Conte II e Draghi) nella pandemia da Covid. A smarcarsi senza mezzi termini dal partito della premier Giorgia Meloni è Forza Italia. «Avevano ragione quanti criticavano l’inserimento in questo comitato di noti esponenti no-vax, inopportunamente chiamati a far parte di un organismo che non può lasciare spazio a suggestioni anti-scientifiche – dice il presidente dei senatori, Maurizio Gasparri –. Ben venga questa decisione di Schillaci. Sarebbe stato meglio non chiamare a far parte dell’organismo persone non adeguate».
Sulla stessa linea, pur con sfumature diverse, le posizioni di tutta l’opposizione, da Avs e M5S a Più Europa, fino agli ex ministri della Salute di area Pd, Roberto Speranza (che ha gestito la fase più critica della pandemia e che, ancora oggi, è sotto scorta per le minacce di gruppi no-vax) e Beatrice Lorenzin. «Credo sia stato un errore da matita blu inserire quei nomi in una commissione di tale importanza – dichiara il primo ad Avvenire –. Al tempo stesso va riconosciuto al ministro Schillaci di aver corretto questo errore. Di fronte a temi che investono la salute delle persone – prosegue Speranza – non ci si può dividere, non possono esistere differenti visioni: occorre solo fidarsi della scienza e sottrarre le scelte conseguenti alle strumentalizzazioni politiche». Per Lorenzin «brucia ancora, e non siamo in grado di calcolare le conseguenze, il voto contrario del governo italiano al Regolamento sanitario internazionale, così come l’astensione sul Piano pandemico in sede Oms. L’Italia si è già chiamata fuori dalla sua storia in sede internazionale. Una scelta, quella del governo, passata con la tacita complicità del ministro della Salute».
Ridisegnare ex novo il Nitag è, per il Patto trasversale della scienza (Pts), un «risultato storico». Il 7 agosto, il Pts aveva lanciato una petizione per chiedere la revoca delle nomine di Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite, «le cui posizioni critiche verso i vaccini rischiavano di indebolire la fiducia dei cittadini e compromettere la credibilità delle istituzioni sanitarie». In 9 giorni, fa sapere l’associazione, la petizione ha superato 35.000 firme, «mostrando quanto la difesa della scienza e della salute pubblica sia condivisa dall’opinione pubblica e capace di incidere sulla politica». All’appello hanno aderito figure di rilievo come il Nobel Giorgio Parisi, il presidente dell’Irccs “Mario Negri”, Silvio Garattini, e il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. Tra le prime società scientifiche ad accogliere la sterzata dal ministero, c’è quella di Pediatria, che esterna «vivo apprezzamento».
Con «estremo favore» è valutato il decreto di revoca dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici, in un primo momento escluso dal Nitag. Un’estromissione, rilevava qualche giorno fa il presidente Filippo Anelli, che «appare più un privilegio che un’esclusione». Ma oggi il clima è cambiato: «Da medici – afferma – condividiamo, senza se e senza ma, l’affermazione del ministro: la salute va difesa con rigore scientifico. Essere medici significa anche combattere le fake news e, soprattutto, attenersi alle evidenze scientifiche: è questo il filo rosso che lega tutto il nostro Codice di deontologia».