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Da settimane il governo israeliano di estrema destra del primo ministro Benjamin Netanyahu sta facendo campagna sui media per cercare di smentire le notizie sullo stato di carestia e grave malnutrizione provocato da Israele a Gaza. Netanyahu nega da tempo che alla popolazione di Gaza manchi il cibo necessario, nonostante le conclusioni unanimi di esperti, medici ed enti internazionali.

Da qualche tempo inoltre ha cominciato una campagna più esplicita per cercare di negare che a Gaza ci sia carestia, e per presentare queste notizie come fake news messe in giro da Hamas e riprese acriticamente da tutti i media mondiali. Il problema della malnutrizione nella Striscia di Gaza, per il governo israeliano, è un problema di comunicazione.

Alla campagna di pressione ha partecipato anche l’esercito israeliano, che questa settimana ha presentato un rapporto in cui nega la malnutrizione della popolazione di Gaza. Secondo l’esercito, Hamas sta facendo «un’operazione combinata per amplificare la narrazione della fame nella Striscia», e questa operazione sarebbe funzionale a ottenere concessioni da Israele nell’ambito dei negoziati.

Pochi giorni prima, Netanyahu aveva fatto una conferenza stampa con giornalisti e corrispondenti internazionali, in cui appariva davanti a varie immagini di bambini di Gaza molto emaciati con la scritta: Falsi Bambini Malnutriti.

Netanyahu aveva sostenuto che le notizie sulla malnutrizione fossero «bugie di Hamas» e che «contrariamente alle falsità che vengono diffuse, la nostra politica durante la guerra è sempre stata di prevenire le crisi umanitarie, mentre la politica di Hamas è stata di crearle». «Gli unici che vengono deliberatamente affamati a Gaza sono i nostri ostaggi», ha detto.

La campagna di Israele si è concentrata tra le altre cose sul fatto che alcune foto di bambini malnutriti che sono molto circolate in queste settimane raffigurerebbero bambini che avevano delle condizioni mediche preesistenti, come malattie croniche. Uno di questi, Mohammed Zakaria al Mutawaq, è stato raffigurato in prima pagina sul New York Times, e soltanto dopo l’uscita dell’articolo si è scoperto che aveva una malattia che ne condizionava lo sviluppo muscolare.

La prima pagina del New York Times del 25 luglio 2025

La prima pagina del New York Times del 25 luglio 2025

Questa malattia però non pregiudica il fatto che il bambino sia gravemente malnutrito: «Vediamo molti bambini con malattie croniche anche in Israele», ha detto al quotidiano Haaretz il pediatra Michal Feldon. «Ma nemmeno uno è emaciato in quel modo. Se un bambino arriva in un ospedale israeliano in quelle condizioni, sospettiamo che abbia subìto abusi o abbandono, e contattiamo i servizi sociali e la polizia, anche se si tratta di pazienti cronici».

Da questo punto di vista, il fatto che alcuni bambini fotografati avessero malattie preesistenti non smentisce la malnutrizione. Anzi, è purtroppo normale che le persone – e in particolare i bambini – con condizioni mediche preesistenti siano le prime a soccombere in carenza di cibo.

La carenza di cibo della popolazione di Gaza è provocata dal fatto che Israele dapprima ha bloccato ogni ingresso di cibo e beni di prima necessità per quasi tre mesi fra marzo e maggio. Poi ha affidato la distribuzione del cibo alla sola Gaza Humanitarian Foundation (GHF), che lo ha fatto in modo limitato, inefficiente e molto pericoloso.

Le condizioni di malnutrizione della popolazione sono confermate in maniera unanime. A fine luglio l’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), un’agenzia sostenuta dall’ONU, ha diffuso un’allerta con cui dice che nella Striscia di Gaza si sta concretizzando una carestia. A luglio l’UNICEF aveva fatto un test misurando la circonferenza del braccio di migliaia di bambini palestinesi sotto i 5 anni, mostrando che il 9 per cento di loro era gravemente malnutrito. La situazione è confermata anche dai medici internazionali che lavorano nella Striscia. Secondo il ministero della Salute della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, 251 persone sono morte finora per malnutrizione, di cui 108 bambini.

– Ascolta Globo: Fare il medico a Gaza

La ragione di questa campagna del governo e dell’esercito di Israele è tra le altre cose che la carestia a Gaza sta provocando ormai da mesi reazioni gravi non soltanto nell’opinione pubblica mondiale, ma anche in molti governi occidentali, che hanno assunto varie misure contro Israele. Da ultimo la Germania ha annunciato una sospensione parziale della vendita di armi a Israele. Perfino il presidente statunitense Donald Trump, il più stretto alleato di Netanyahu, di recente lo ha smentito bruscamente, dicendo che a Gaza c’è «una vera carestia».