La leggenda di Bernie
Dalla biografia di Bernie Ecclestone scritta da Susan Watkins (terza moglie di Sid, storico medico della F1), si legge: “Stanco delle performance delle Connaught, lo stesso B.C. Ecclestone tentò di qualificare una delle auto per il Gran Premio di Monaco il 18 maggio 1958. Voleva affidare la guida a Paul Emery ma cambiò idea all’ultimo minuto, dicendo: “Levati di mezzo, provo io”. Nonostante questo, l’auto non si qualificò. Per di più, quella notte Bernie subì una pesante sconfitta al tavolo da roulette al casinò, dove perse i soldi per far gareggiare le auto”.
Non fu una scheggia, il 27enne Ecclestone non rientrò tra i 26 qualificati. Sul suo tempo sul giro – sicuramente lento – c’è sempre stato un alone di mistero, alcuni resoconti lo davano a 1 minuto dalla pole, altri tra i 4″30 e i 5 minuti.
Nel corso degli anni Bernie parlò raramente dell’episodio di Monte Carlo, se non con un’alzata di spalle e un “non fu un tentativo serio”, detto a mezza bocca.
Ma cosa accadde davvero?
A sorpresa, durante un’intervista per F1 Destination di inizio agosto, Bernie Ecclestone ha raccontato quanto accaduto in quel sabato di 67 anni fa: “Ero effettivamente seduto al volante di quella macchina, ma chiesi a Stuart Lewis-Evans (di cui era manager, ndr) di fare qualche giro veloce con la mia macchina… Ma Louis Chiron, che era il direttore di gara, si accorse di quanto accaduto e venne verso di me. Mi sbatté la bandiera sul caso e mi disse che non avrei dovuto farlo. Alla fine ci siamo fatti una risata”.
Ecco spiegato quanto avvenuto, un tentativo di truffa in piena regola!
Ecclestone si iscrisse a Silverstone 1958 come pilota di riserva del suo pilota Jack Fairman, ma non salì in macchina. Alla fine di quella stagione, complice la drammatica scomparsa di Lewis-Evans, decise di ritirarsi dalle corse come pilota. Fu l’inizio di un’altra storia, ben più di successo, prima come manager di Jochen Rindt, poi come proprietario della Brabham ed infine come deus ex machina della Formula 1 sino al 2017.