Le pensioni sono generalmente considerate tra le forme di reddito più sicure e stabili, anche grazie a specifiche tutele contro il pignoramento. In effetti, le trattenute sui trattamenti pensionistici sono soggette a limiti rigorosi, più elevati rispetto a qualsiasi altro tipo di bene, compresi gli stipendi. Tuttavia, queste garanzie non si applicano quando a riscuotere il credito è direttamente l’Inps.
L’Istituto, infatti, gode di una deroga speciale che gli permette di agire autonomamente per recuperare i propri crediti, senza dover passare per il normale iter giudiziario. In pratica, come sottolinea anche Money.it, può trattenere somme consistenti direttamente dalla pensione, spesso molto superiori a quanto potrebbe fare qualsiasi altro creditore.
Perché l’Inps può agire in questo modo
La possibilità per l’Inps di trattenere importi più elevati rispetto ad altri creditori deriva da una norma legislativa storica: la legge n. 153/1969. Questa legge attribuisce all’Istituto un trattamento privilegiato per il recupero dei crediti, basandosi sull’interesse collettivo a garantire l’efficienza dell’ente. Nel tempo, però, non sono state aggiornate le disposizioni in base alle nuove leggi a tutela dei pensionati, né ai limiti più stringenti oggi previsti per proteggere i trattamenti più bassi.
Il risultato è un divario evidente tra le pensioni dell’epoca di emanazione della legge e quelle attuali. Nessuno, finora, ha provveduto a rivedere le regole sul pignoramento amministrativo da parte dell’Inps, che continua così a operare pienamente nel rispetto della legge, lasciando ai pensionati pochissimi strumenti di difesa. Restano attese eventuali modifiche legislative, che potrebbero bilanciare meglio gli interessi dell’Istituto e dei cittadini in linea con il contesto sociale odierno.