di
Giovanni Gardani

Parapiglia sabato sera nella piazza del paese cremonese: il don alcune settimane fa era intervenuto per soccorrere un ferito. Volano sberle ma il sacerdote riesce a difendersi, anche grazie al fratello dell’aggressore. Finisce con ferite lievi: «E oggi ho già celebrato quattro messe…»

Due ceffoni in pieno volto, che hanno lasciato un livido sulla guancia come segno. Ma anche una reazione immediata, che ha evitato che le conseguenze fossero peggiori. È don Antonio Pezzetti, parroco di Piadena Drizzona (Cremona), colonna della Caritas cremonese e per 12 anni direttore della Casa dell’Accoglienza di Cremona, il protagonista suo malgrado della disavventura di sabato sera. «Stavo chiudendo l’oratorio, che sorge vicino alla chiesa e in piazza – racconta – quando sono stato avvicinato da un ragazzo, che già avevo visto qualche giorno prima, che mi ha chiesto se fossi il sacerdote. Ho risposto di sì e lui ha iniziato ad accusarmi, millantando offese che io avrei rivolto a lui in passato. Ma ovviamente non era così e credo che i fumi dell’alcol abbiano acuito la sua aggressività: ha iniziato ad alzare le mani».

Occorre fare un passo indietro: l’aggressore è nato nel 2002, originario del Marocco, pugile dilettante, che il 27 giugno scorso si era reso protagonista di una rissa durante la quale, con un connazionale, aveva accoltellato, ferendolo gravemente, un uomo di nazionalità gambiana in un bar vicino all’oratorio. In quella occasione don Antonio aveva soccorso l’aggredito. Ecco il movente del suo gesto sabato sera. «Dopo essermi preso due sberloni in pieno volto – spiega don Antonio – ho reagito e sono riuscito a parare il calcio che mi stava dando, facendo scivolare il ragazzo. Ho avuto così qualche secondo per rifugiarmi nel vicino chioschetto e chiudermi dentro. Tutto quello che è accaduto dopo mi è stato riferito: alcune persone che erano con me hanno chiamato i carabinieri e il fratello del ragazzo che mi ha aggredito lo ha malmenato per bloccarlo. Quando i militari sono arrivati sono stati presi a male parole, riuscendo poi a immobilizzare il giovane per portarlo al pronto soccorso e infine in caserma».



















































Al pronto soccorso è finito – muovendosi con la propria auto e senza ambulanza – anche don Antonio Pezzetti, che però non ha perso il suo spirito. «Mi viene da pensare che il mio aggressore fosse interista – sorride il parroco, noto in paese per la sua fede rossonera (srotolò un grande striscione del Milan in occasione dell’ultimo Scudetto) -. Ma io sto bene: questa mattina ho già fatto in tempo a celebrare quattro messe». 


Vai a tutte le notizie di Milano

Iscriviti alla newsletter di Corriere Milano

17 agosto 2025 ( modifica il 17 agosto 2025 | 13:07)