di
Giuseppe Sarcina

Incontro storico alla Casa Bianca. Von der Leyen: «L’Ucraina diventi un porcospino d’acciaio». Ma Macron: «Putin non vuole la pace»

Territorio e garanzie di sicurezza. Oggi, a Washington, comincia da questi dossier il secondo atto della trattativa per porre fine alla guerra in Ucraina. «Grandi progressi sulla Russia, restate sintonizzati», avverte Donald Trump sulla sua piattaforma Truth. Il presidente americano, scrive il quotidiano tedesco Bild, riceverà alla Casa Bianca prima Volodymyr Zelensky, più o meno all’ora di pranzo. Poi i due saranno raggiunti da ben sette leader europei, per un formato che non ha precedenti nella storia recente della diplomazia americana. Ieri, sollecitati da Zelensky, si sono fatti avanti, uno a uno. Ci saranno il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente finlandese Alexander Stubb, il Segretario generale della Nato Mark Rutte e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

L’incontro nella capitale americana dovrebbe servire per mettere un po’ di ordine nello schieramento occidentale e, quindi, per verificare se ci sono le condizioni per passare al terzo atto, forse quello decisivo: il summit trilaterale tra Trump, Putin e Zelensky. L’amministrazione Trump spinge per organizzarlo entro venerdì 22 agosto. Ma al momento non ci sono certezze: lo scenario potrebbe essere più chiaro al termine di questo lunedì 18 agosto.



















































Ieri si sono cumulati segnali diversi. Su tutti spicca ciò che Steve Witkoff, l’inviato Usa per l’Ucraina, ha detto alla Cnn: nel faccia a faccia di Ferragosto con Trump, Putin avrebbe accettato che Stati Uniti e Paesi europei «forniscano all’Ucraina garanzie di sicurezza simili a quelle previste dall’articolo 5 della Nato». Commento di Witkoff: «È la prima volta che abbiamo sentito i russi accettare una cosa del genere».

Ma da quest’altra parte dell’Atlantico, la fiducia verso Mosca resta molto bassa. Ieri Macron, Merz e Starmer hanno convocato, in videoconferenza, una riunione della «Coalizione dei volenterosi» che mette insieme una trentina di Paesi sostenitori dell’Ucraina. La sessione è durata due ore. Al termine, il presidente francese ha rilasciato una dichiarazione molto dura: «Le richieste di Putin sono inaccettabili, minano l’integrità territoriale dell’Ucraina. Il presidente russo non vuole la pace, ma la resa dell’Ucraina. Ma se ora siamo deboli nei confronti della Russia, stiamo preparando i conflitti di domani. Occorre mantenere la pressione alta sul Cremlino». Macron dice che «Trump vuole la pace», ma nel meeting di oggi a Washington «sarà necessario chiedergli chiarimenti sulle garanzie di sicurezza» e fino a che punto gli Stati Uniti siano disposti a sostenere l’Ucraina.

Solo circa la metà dei partecipanti alla videoconferenza ha preso la parola. Sia pure con toni diversi, tutti hanno insistito sulla «coesione» del fronte occidentale e, riprendendo il discorso di Macron, sulla «pressione» nei confronti della Russia. Il vice premier polacco, Radoslaw Sikorski, ha scritto sulla piattaforma X: nella videoconferenza «ho sottolineato che per raggiungere la pace sia necessario esercitare pressioni sull’aggressore e non sulla vittima dell’aggressione». Il presidente della Finlandia, Stubb, sempre su X, commenta: «Esiste un forte consenso tra i Paesi della Coalizione sulla necessità di continuare a sostenere l’Ucraina. L’Europa e gli Stati Uniti stanno rafforzando ulteriormente la loro posizione comune».

Anche Zelensky e von der Leyen si sono aggiunti al collegamento. Il leader ucraino era a Bruxelles dove si è confrontato per buona parte della mattinata con la numero uno della Commissione europea. In una conferenza stampa congiunta, Zelensky, tra l’altro, ha fatto notare come «da Mosca non sia giunto alcun segnale di apertura a un summit trilaterale (con Stati Uniti e Ucraina, ndr). «Se la Russia rifiuta — ha aggiunto il presidente ucraino — devono seguire nuove sanzioni». Von der Leyen ha risposto: «Noi europei abbiamo già adottato 18 pacchetti di sanzioni e stiamo preparando il 19°, che verrà varato a settembre. Sappiamo che le sanzioni sono efficaci». La presidente della Commissione ha anche toccato il tema delle garanzie militari per l’Ucraina: «Deve diventare un porcospino d’acciaio, indigesto per possibili invasori».

17 agosto 2025