Dopo Jannik, l’acuto di Jasmine
(Marco Calabresi) Non un italiano in finale domani, ma due. Dopo Jannik Sinner alle 21 contro Carlos Alcaraz, non prima di mezzanotte ecco Jasmine Paolini, che nella sua stagione sulle montagne russe è passata dal vincere a Roma al deludere al Roland Garros e a Wimbledon, a perdere al primo turno a Montreal, a guadagnarsi la finale a Cincinnati, dove affronterà Iga Swiatek, con cui ha perso cinque volte su cinque nei precedenti, conquistando un solo set.
Dopo aver mancato l’accesso alla finale del doppio nella notte in coppia con Sara Errani (oggi nel suo box con Federico Gaio e Tathiana Garbin), Jasmine ha fatto il suo dovere battendo 6-3 6-7 6-3 in due ore e 21′ la russa Veronika Kudermetova in una partita che sembrava già chiusa a metà del secondo set ma che si è complicata lungo il percorso.
«È stata dura — ammette Paolini —. Fino al 5-3 nel secondo set era andato tutto bene, poi mi sono innervosita. La chiave era stata dimenticare e tornare a combattere, ed è quello che ho fatto. Iga è una giocatrice straordinaria, che serve bene e difende in maniera pazzesca. Ma siamo in finale, speriamo venga fuori un buon match».
Il primo set era volato: nove game in 27 minuti, mai la giocatrice in risposta oltre il 15 fatta eccezione per l’ottavo gioco, quello del break a zero di Paolini, che sul suo servizio aveva perso soltanto tre punti. Gli stessi che Kudermetova è riuscita a racimolare tutti assieme sul servizio di Paolini nel secondo game del secondo set, ma il quinto sembrava poter essere quello della svolta. La russa, tra un doppio fallo e tre diritti sbagliati, si era consegnata a Jasmine, che al momento di servire per il match si è però trovata sotto 15-40 e anche ai vantaggi, perdendo il controllo dei colpi e il servizio per la prima volta nel match. E il tiebreak a senso unico (7-2) ha mandato la partita al terzo.
«Riparti da zero a zero», l’incitamento di Sara Errani dal box. E Paolini è ripartita, con il break sul 4-2 (seguito comunque da tre palle del controbreak, sventate) che ha spianato la strada verso la vittoria, che sarebbe potuta arrivare un’oretta prima, ma che è comunque arrivata, in una partita che è la sintesi della sua stagione: paradiso, inferno e ritorno.