di
Matteo Castagnoli

L’aggressione al Corvetto: morto Gabriel Jefferson Garcia Jimenez, 32 anni. La famiglia è originaria dell’Ecuador. Il presunto killer, Josè Bryan Vera Siguenza, ha precedenti. Bloccato dai carabinieri ha detto: «Ho fatto una stupidaggine». In strada c’erano minorenni che hanno aiutato a ricostruire i fatti

La lite, le coltellate e la fuga. A terra – in mezzo a piazzale Ferrara, nel quartiere Corvetto di Milano – rimane Gabriel Jefferson Garcia Jimenez, un 32enne nato in Ecuador. È immobile e gravissimo. Viene portato d’urgenza al pronto soccorso del Niguarda, ma muore poco dopo l’arrivo in ospedale. Il suo aggressore intanto scappa. Al Corvetto, intorno alla mezzanotte di sabato 16 agosto, arrivano le pattuglie dei carabinieri. Raccolgono testimonianze e guardano i filmati delle telecamere. Poco dopo rintracciano il responsabile, un 30enne anche lui originario dell’Ecuador e cognato della vittima. Si chiama Josè Bryan Vera Siguenza. Viene arrestato per omicidio.

L’aggressore, con precedenti e disoccupato, avrebbe colpito con più coltellate il cognato dopo una discussione degenerata. Racconta che tutto è avvenuto «nel tentativo di difendere mia sorella». Circostanza che la donna avrebbe però smentito. Inutili i soccorsi dei sanitari del 118. Le condizioni del 32enne erano troppi gravi. Sul suo corpo sarà disposta l’autopsia. I militari si sono messi subito sulle sue tracce. Hanno acquisito i filmati delle telecamere e soprattutto hanno parlato con alcuni bambini che si trovavano in strada. Sono loro ad avere spiegato agli investigatori che a sferrare i fendenti era stato l’uomo fuggito verso piazza Angilberto, sempre al Corvetto, dove aveva degli amici. Intanto alla centrale operativa dei carabinieri erano arrivate chiamate per un uomo che, a petto nudo, citofonava con insistenza ad alcuni inquilini di un palazzo in via Bessarione. I militari sono entrati nel cortile, hanno chiesto se qualcuno avesse notato qualcosa e dopo una rapida ispezione hanno trovato l’aggressore rannicchiato nell’androne di un piano rialzato. Ha confessato ed è stato portato via. «Mi avete preso, sono io, ho fatto una cazzata», ha detto ai carabinieri. Aveva delle ferite al volto e alla nuca, ma è stato subito dimesso dall’ospedale Fatebenefratelli.



















































In piazzale Ferrara sono arrivati i carabinieri delle stazioni Monforte e Vigentino e del Nucleo radiomobile, oltre alla Sezione investigazioni scientifiche dell’Arma. L’arma del delitto, un coltello da cucina, è stata trovata sul posto e sequestrata. Il 29enne è stato portato nel carcere di San Vittore in attesa della convalida.


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17 agosto 2025 ( modifica il 17 agosto 2025 | 20:08)