Secondo l’Osservatorio annuale Findomestic, realizzato in collaborazione con Prometeia, il Veneto ha registrato nel 2024 una spesa complessiva in beni durevoli pari a 7,32 miliardi di euro.

Come sottolinea Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic, «il comparto della mobilità ha fatto da traino, in particolare le auto usate. Bene anche gli elettrodomestici, mentre restano più contenuti gli incrementi per motocicli e auto nuove. In calo invece mobili, information technology ed elettronica di consumo». Nel dettaglio, le famiglie venete hanno destinato oltre 4 miliardi al comparto motori: 2,35 miliardi per le auto usate (+12,5%), 1,7 miliardi per le auto nuove (+4,6%) e 204 milioni per i motocicli (+7,5%). Per la casa, i mobili rappresentano la prima voce di spesa con 1,58 miliardi (-1%), seguiti dagli elettrodomestici (635 milioni, +6,6%) e dalla telefonia (488 milioni, +0,4%). Scendono invece gli acquisti in IT (202 milioni, -3,7%) e in elettronica di consumo (151 milioni, -0,6%).

La spesa media per nucleo familiare in Veneto è stata di 3.408 euro, circa 80 euro in più rispetto alla media del Nord Est e ben al di sopra della media nazionale (2.946 euro), collocando la regione al sesto posto in Italia.

Padova guida la classifica regionale nella spesa media per famiglia in beni durevoli, con 3.537 euro (+4,7%) e si posiziona al 14° posto tra le 107 province italiane. Il valore complessivo delle spese in beni durevoli nel 2024 è stato di 1 miliardo e 450 milioni di euro, in crescita del 5,2% rispetto al 2023. Sul fronte mobilità, gli acquisti in auto nuove ammontano a 366 milioni di euro (+5,1%), mentre le auto usate si attestano a 457 milioni (+11,4%), il nono valore assoluto in Italia. I motocicli raggiungono i 41 milioni, con un incremento del 7,5%. Per quanto riguarda i beni per la casa, gli elettrodomestici rappresentano l’unico segmento in netta crescita, con 120 milioni (+6,9%, terzo miglior incremento in Veneto e 12° in Italia). In lieve calo le spese per mobili (306 milioni, -0,9%) e information technology (40 milioni, -2,5%). Stabili invece l’elettronica di consumo (29 milioni, +0,1%) e la telefonia (91 milioni, +0,5%)