Dopo la storia del passaggio di Hummer da azienda militare a simbolo del suv civile, vi parliamo ora della Volkswagen Schwimmwagen Type 166, prodotta tra il 1941 e il 1944, che detiene il primato di veicolo anfibio “più costruito” nella storia automobilistica, con circa 15.584 esemplari realizzati.

Basata sulla piattaforma della Kübelwagen, riprende il motore posteriore raffreddato ad aria da 1.131 cc e 25 CV, lo stesso della Volkswagen Beetle e della Type 86 a quattro ruote motrici. Il progetto nasce dal prototipo Type 128, caratterizzato da un ampio passo e una carrozzeria a scafo sommerso, ma a causa di debolezza strutturale venne sostituito dalla Type 166, dotata di passo più corto (2,00 m anziché 2,40 m) e carrozzeria autoportante rinforzata.

Grazie alla trasmissione 4×4 attivabile solo in prima marcia (e in retro in alcuni modelli), differenziali autobloccanti ZF e assali portal per aumentare la luce da terra, lo Schwimmwagen risultava sorprendentemente agile su terreni fangosi e paludosi, ideale per le operazioni sul fronte orientale dove infatti fu impiegato durante la seconda guerra mondiale (ecco invece il Ripsaw F4, un’autentica supercar militare).

Essendo anfibi, poteva anche galleggiare grazie anche ad un’elica ribaltabile collegata direttamente all’albero motore: quando abbassata, l’elica era azionata tramite comando a frizione leggera, mentre le ruote anteriori fungevano da timoni. In assenza del motore, l’equipaggio poteva usare remi integrati per remare lentamente verso riva. La velocità massima raggiunta era circa 80 km/h su strada e 10–12 km/h in acqua.

Costruita per trasportare fino a quattro soldati equipaggiati, pesava circa 910 kg e misurava poco meno di 3,83 m di lunghezza, risultando compatta ma al contempo molto robusta. Sebbene l’uso in acqua reale fosse limitato, la Schwimmwagen divenne celebre per la sua versatilità nei territori difficili, nonché per la sua ingegnosa semplicità tattica. Dopo la guerra, molti esemplari vennero dismessi o riutilizzati in ambiti civili come agricoltura e protezione civile; oggi ne sopravvivono solo circa 500 unità, inutile dire che sono degli autentici pezzi da collezione, anche se riportano ad un periodo storico molto triste.