MARGHERA (VENEZIA) – La faccia di Abdul Mhade, bengalese conosciuto da tutti a Marghera come “Medy”, è stata mitragliata di pugni da un ubriaco mentre il commerciante chiudeva il suo patronato di via Rizzardi.
L’aggressione
«Alle 17.45, mentre abbassavo le saracinesche, tre giovani di circa 18, 25 e 30 anni sono usciti dal bar a fianco al mio caf – racconta – il più grande molto alterato, barcollava e non si reggeva in piedi, di certo ubriaco se non anche drogato». Questo uomo, non curandosi della presenza di Medy, ha iniziato ad urinare sulla vetrina del salone di parrucchieri “Arianna Professione Capelli”, che si trova proprio accanto al patronato gestito da lui: «Gli ho chiesto per favore di non farla lì, di andare da un’altra parte e mi sono voltato per andarmene – racconta Medy – Lui ha iniziato a insultarmi e gridarmi contro, perciò ho detto agli altri due di calmarlo, di portarlo via. Mi sono girato e me ne sono andato». Nemmeno il tempo di voltarsi, che l’uomo ha rincorso Medy e gli ha sferrato un pugno sul cervelletto mentre era di spalle. Come si è girato per vedere chi l’avesse colpito, è stato inondato da una raffica di pugni sulla faccia. Il giovane attorno ai 25 anni allora, che era anche il più sobrio dei tre, ha cercato di trattenere l’amico e di portarlo via, venendo però picchiato a sua volta. «Fortunatamente un mio connazionale di passaggio mi ha visto a terra ed è venuto a soccorrermi e a mandare via i tre», continua Medy.
APPROFONDIMENTI
Minacce agli operai
Questi tre volti sono però tutt’altro che sconosciuti a Marghera, e non sono l’unica banda a seminare il panico lungo le strade. In via Rossarol e nella zona della Cita gruppi di delinquenti cercano di rubare il cellulare agli operai di ritorno dal lavoro. Li fermano con una scusa qualunque (ad esempio accusando il passante di aver loro rubato la bici), cercano in tutti i modi di intimidirli e non appena i malcapitati estraggono il telefono per chiamare la polizia glielo rubano e li ricattano. «Se gli dai 20 euro te lo ridanno, sennò tirano fuori il coltello – afferma Medy – Questa non è una cosa mai successa prima, ma negli ultimi due o tre mesi sono sempre di più i residenti che raccontano di essere state vittime di queste aggressioni». Alcuni denunciano, ma la maggior parte decide di non far nulla, convinti che sporgere querela non abbia alcuna utilità. «Le forze dell’ordine conoscono molto bene queste persone che sono già state segnalate decine e decine di volte – racconta Medy – Io stesso ho deciso di non fare l’ennesima denuncia, ma un gesto più forte: sto raccogliendo le firme di tutte le persone che qui a Marghera sono state aggredite, minacciate o ricattate da questi delinquenti. Sarà una denuncia collettiva, una disperata richiesta di maggiore sicurezza». A Marghera il commerciante vive da 22 anni. «Sono arrivato qui che ero soltanto un ragazzo – conclude – Non riconosco più la mia città, quella bella che mi ha accolto a suo tempo. Prima ero convinto che qualsiasi cosa potesse accadere non avrei mai lasciato Marghera, di cui sono sempre stato profondamente innamorato. Ora non lo penso più».