Per i presidi delle scuole secondarie la media annua si attesta a circa 82.272 euro lordi, ben oltre molti partner europei; per i docenti la media scende a 32.306 euro lordi, una forbice che “va avanti da anni” e che nessun esecutivo ha ancora ridotto in modo strutturale. In termini di rapporto interno, il capo d’istituto guadagna “circa il doppio” rispetto a un insegnante con quindici anni di servizio, con un indice di differenziale pari a circa 2,38.
A inizio carriera, un docente della secondaria in Italia si ferma attorno a 24.000 euro lordi, contro i 28.000 della Francia, i 54.000 della Germania e i 71.000 del Lussemburgo; per i dirigenti scolastici, il Ccnl indica una forbice che va da circa 70.000 euro (istituto poco complesso e senza anzianità) fino a 100–110.000 euro (istituti complessi, anzianità e reggenze). L’associazione dei presidi sottolinea da tempo che il confronto più corretto, per responsabilità e profilo, è con i dirigenti pubblici, non con i docenti.
Contratto e risorse: la spinta di Anief
Ripartenza del tavolo per il rinnovo contrattuale 2022‑24 fissata per il 4 settembre presso Aran e pressing sulla Legge di Bilancio per inserire fondi mirati al comparto: la linea di Anief punta a ridurre il gap stipendiale sia rispetto ai dirigenti scolastici sia rispetto ai dipendenti delle funzioni centrali, con un occhio al rinnovo successivo definito “praticamente immediato”.
Per il presidente Marcello Pacifico, “sono complessivamente 500 milioni le risorse che potrebbero essere sbloccate sotto forma di assegno una tantum per il personale scolastico”, a partire da 36,9 milioni risparmiati e ancora nella disponibilità del Ministero per i nuovi profili ATA attivi dal 1° settembre 2026, fino ai 386 milioni destinati alla valorizzazione del sistema scolastico per il triennio 2025‑2027, senza tralasciare i risparmi dal dimensionamento per incrementare il salario accessorio degli ex Dsga, le risorse per l’assicurazione sanitaria e il compenso per la formazione incentivante.
“Abbiamo recuperato con le ultime due tornate ma la risalita è lunga”, il passaggio chiave, con la richiesta di finanziamenti specifici già nella prossima manovra.
Obiettivi MIM e prospettive: autorevolezza e reclutamento
Valorizzare la scuola e restituire autorevolezza ai docenti anche con stipendi adeguati rientra tra gli assi strategici del PIAO 2025‑2027 del Ministero dell’Istruzione e del Merito, accanto al nuovo reclutamento e agli interventi sull’attrattività della professione. Nelle priorità indicate dai sindacati, via libera alle assunzioni su posti vacanti con doppio canale e superamento dell’organico di fatto, oltre alla riduzione del divario retributivo “abissale” rispetto agli altri ministeriali (circa 8.000 euro annui in più) e alla media Ocse, con una perdita del 7,5% del potere d’acquisto in meno di un lustro.
“Sarà più semplice arrivare alla stipula del nuovo contratto di lavoro” con risorse dedicate, la conclusione di Pacifico, mentre la fotografia europea continua a segnalare un sistema in cui i presidi restano in alto nella classifica europea delle retribuzioni e gli insegnanti scivolano verso il fondo, con implicazioni su attrattività, continuità didattica e qualità del servizio.
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