Il capolavoro che vale una carriera. Rory Townsend, 30 anni, ha vinto la Classica di Amburgo 2025 con un’azione memorabile, andando in fuga a inizio corsa e riuscendo a resistere al rientro di un gruppo lanciatissimo. Il successo in terra di Germania ha molteplici valenze per l’irlandese, che ha sfoggiato nel miglior modo possibile la maglia di campione nazionale: ovviamente, per lui si tratta della vittoria più importante mai ottenuta, tenendosi dietro corridori del calibro di Arnaud de Lie (Lotto) e Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), di fianco a lui sul podio, e per la Q36.5 è la prima affermazione in una competizione di categoria WorldTour.

Da non dimenticare, peraltro, il fatto che questa vittoria vale alla formazione Professional elvetica ben 400 punti UCI, cifra che potrà fare la differenza a fine stagione nell’ambito della corsa agli inviti per la prossima stagione. Townsend, ovviamente, ne è felicissimo: “Quando è partita la fuga, dopo 10 chilometri non pensavo al fatto di poter arrivare al traguardo – le parole dell’irlandese – Pensavo che ci fosse più lotta per andare all’attacco, ma alla fine ci siamo trovati in quattro. A quel punto ho pensato che avremmo passato una buona giornata e che io mi sarei dedicato ai vari traguardi volanti. Poi, l’idea era diventata quella di rimanere davanti almeno fino al penultimo passaggio sul Waseberg, per poi provare a restare nel gruppo e dare una mano nel finale. Invece, siamo arrivati al traguardo. È incredibile”.

Townsend è alla sesta vittoria da professionista, ma quelle precedenti non hanno un peso paragonabile a questa: “Sentivo che il gruppo stava arrivando e nell’auricolare continuavano a darmi il distacco – il racconto di Townsend – Quando li ho visti, ho avuto un po’ più di fiducia rispetto a quelli che erano con me (lo svizzero Johan Jacobs e il portoghese Nelson Oliveira – ndr) e mi sono mosso in anticipo. Di solito, faccio delle buone volate alla fine di gare così lunghe e quindi ho pensato di partire già a 400 metri dal traguardo. Ho cercato di rimanere sui pedali il più a lungo possibile e poi mi sono messo in posizione aerodinamica, cercando di tenerla fino alla fine“.

Missione compiuta, tutto perfetto: “Probabilmente, all’arrivo, si è vista la mia faccia incredula – aggiunge Townsend – È incredibile e fantastico allo stesso tempo. Non avrei mai immaginato di poter vincere una gara WorldTour. Già solo vincere una corsa qualsiasi, con la maglia di campione nazionale addosso, mi rende enormemente orgoglioso. Credo di essere abbastanza scioccato. Giornate così sono speciali e azioni di questo genere sono quelle che mi hanno dato ispirazione nella mia carriera. Anni fa guardavo Steve Cummings fare cose del genere, essere in grado di farne una io è incredibile“.