di
Giulio Gori e Jacopo Storni
Marah Abu Zuhri era arrivata il 14 agosto in Italia col ponte aereo per essere curata. È morta a Ferragosto nell’ospedale di Pisa
Era arrivata in Toscana la notte tra il 13 e il 14 agosto, con un ponte aereo sanitario che da Elat (Israele) l’aveva portata a Pisa perché fosse curata. Ma la palestinese Marah Abu Zuhri, 20 anni, di Gaza, è morta 36 ore dopo il ricovero al Cisanello. Aveva «un quadro clinico molto complesso-compromesso e uno stato di profondo deperimento organico», recita una nota dell’ospedale universitario pisano che spiega che la ragazza alle 15.30 di Ferragosto ha avuto «un’improvvisa crisi respiratoria e successivo arresto cardiaco» che le è stato fatale. Secondo i famigliari, la giovane «pesava 35 chili» e, spiega un cugino che vive in Belgio, la causa era la mancanza di cibo nel campo profughi in cui viveva da alcuni mesi a Gaza.
«Deperimento» è la parola che scuote la Toscana, che la notte tra il 13 e il 14 agosto aveva messo in campo tre ospedali (il Cisanello, l’ospedale del Cuore di Massa e il Meyer di Firenze) per curare 5 giovani gazawi. Marah potrebbe essere morta per le conseguenze della malnutrizione che affligge la popolazione della Striscia, sotto attacco militare da quasi due anni e, secondo un recente dossier di The Guardian, rifornita da Israele con derrate alimentari insufficienti per sfamare gli abitanti sopravvissuti alle bombe, mentre gli aiuti internazionali vengono bloccati.
«Marah era arrivata nel reparto di Ematologia alle 2.40 del 14 agosto con un’ipotesi diagnostica di leucemia — spiega la primaria, la professoressa Sara Galimberti — Ma i primi due test che abbiamo fatto in tempo a fare hanno dato esito negativo. Dopodiché presentava proteine basse e un quadro di deperimento che io non posso stabilire se fosse dovuto alla malnutrizione o a una malattia che non abbiamo potuto scoprire. Perché poi lei ha avuto questo arresto, non c’è stato niente da fare per salvarla, e la mamma, sia per ragioni religiose, sia perché il suo strazio era troppo, ci ha chiesto di non fare l’autopsia».
La certezza è che a Gaza, con tanti ospedali distrutti, Marah non ha potuto avere l’assistenza di cui avrebbe avuto bisogno. Il 30 luglio, la Cross di Pistoia, che si occupa dei ponti sanitari col Medio oriente per tutti gli ospedali italiani, spiegava che i pazienti da Gaza sono «prevalentemente bambini, feriti, gravemente malati, spesso anche malnutriti».
Il lutto
Marah, una studentessa che aveva interrotto il percorso di studi a causa della guerra, quando era sbarcata all’aeroporto Galilei di Pisa, avvolta in una coperta termica, col volto scavato, aveva colpito i soccorritori per la «composta dignità».
«Che Dio abbia pietà di te, che ti perdoni e ti faccia dimorare in Paradiso», hanno scritto sui social gli amici della giovane.
Il governatore Eugenio Giani e l’assessore alla Salute, Simone Bezzini, commentano: «È con sgomento che apprendiamo della morte, a Pisa, della giovane ragazza palestinese che da poche ore era arrivata da Gaza per curarsi. Nello stringerci attorno, con solidarietà ed affetto, ai familiari, ai parenti e agli amici della ragazza, che aveva appena vent’anni e che all’ospedale Cisanello è stata sottoposta al disperato tentativo di salvarle la vita, rinnoviamo con forza l’appello alla pace chiedendo a Israele di interrompere il genocidio in atto e alla comunità internazionale di riconoscere lo Stato di Palestina».
Più nette le assessore regionali Alessandra Nardini e Monia Monni, che parlano esplicitamente di «malnutrizione»: «Marah Abu Zuhri è morta per le conseguenze della malnutrizione. Era arrivata viva, ma devastata dalla fame», dice Monni. E Nardini: «La morte di Marah dice che a Gaza si muore anche di fame».
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17 agosto 2025 ( modifica il 18 agosto 2025 | 08:16)
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