Doveva esibirsi in piazza ma i contenuti dei suoi testi hanno fatto storcere il naso a molti. È stato annullato il concerto di Samuele Nisi, rapper diciottenne originario di Siracusa, che da qualche anno spopola sul web e sui social con i suoi video. L’esibizione era prevista in piazza Garibaldi, a Naro, comune dell’Agrigentino. Ma il sindaco Milco Dalacchi ha deciso di fermare tutto.
“I suoi testi sono contro lo Stato”
“Non interverrà perché non è gradito al sindaco e all’amministrazione comunale. Sono stato chiaro, qualora ci fossero state delle insistenze – ma non ce ne sono state – avrei bloccato la serata”, ha affermato Dalacchi ad Agrigentonotizie. Il sindaco di Naro ha spiegato che Nisi non è “persona gradita” perché “abbiamo saputo che inneggia nei suoi testi contro lo Stato”.

Uno degli ultimi video del rapper è comparso su Youtube alla fine di aprile. Nel brano si parla di soldi facili, omertà, vita criminale, disprezzo dello Stato, della magistratura e delle forze dell’ordine. Canzone e video non sono altro che un omaggio a una delle famiglie criminali più importanti di Latina, i Di Silvio. Il concerto che doveva svolgersi a Naro era stato organizzato da un’associazione che si occupa di accoglienza di minori non accompagnati.
“Provvedimento giusto e coraggioso”
Il Codacons ha espresso soddisfazione per la decisione presa dal sindaco di Naro. “Si tratta di un provvedimento giusto e coraggioso che tutela la comunità locale e manda un segnale chiaro: non si possono concedere spazi pubblici a chi diffonde modelli violenti e che esaltano comportamenti criminali”, ha spiegato il presidente dell’associazione dei consumatori Carlo Rienzi.
Il Codacons aveva chiesto più volte negli ultimi anni alle amministrazioni locali di evitare di ospitare artisti che, attraverso testi e performance, fanno un’apologia dell’illegalità e del disprezzo delle regole civili. Tra questi anche cantanti come il rapper romano Tony Effe, spesso finiti al centro di molte polemiche. “La musica e lo spettacolo devono essere strumenti di crescita culturale e civile e non veicoli di degrado culturale”, ha spiegato Rienzi. “Le istituzioni hanno il dovere di impedire che spazi pubblici diventino palcoscenici per messaggi contrari alla legalità e al rispetto delle istituzioni”.