“In questa vicenda non ravvisiamo alcun reato e per questo non abbiamo disposto l’autopsia e abbiamo già dato il nulla osta per la sepoltura della salma”. Lo ha detto all’ANSA la procuratrice Teresa Angela Camelio rispondendo a una domanda sulla possibilità di procedere a ulteriori esami medico legali sul corpo di Marah Abu Zhuri, la 20enne palestinese morta a Ferragosto in ospedale a Pisa dove era stata ricoverata due giorni prima nell’ambito di un’operazione di evacuazione sanitaria dei civili palestinesi da Gaza disposta dal governo italiano ed eseguita dalla 46/a brigata aerea.
La mamma di Marah è stata nella prefettura di Pisa dove per un colloquio con il prefetto Maria Luisa D’Alessandro, che aveva espresso il desiderio di incontrarla.
La ragazza, Marah Abu Zuhri, è morta due giorni dopo il suo ricovero in ospedale a Pisa in seguito a “un grave deperimento organico”, così come hanno stabilito i medici pisani escludendo invece la prima ipotesi che soffrisse di una forma di leucemia. Ad accompagnare la donna palestinese al Palazzo del Governo di Pisa c’è anche l’imam cittadino, Mohammad Khalil.
Il Cogat, l’ente israeliano per il coordinamento delle attività nei Territori, aveva affermato che “Marah Zuhri, soffriva di leucemia”.
Spiega la professoressa Sara Galimberti, direttrice di Ematologia all’Aou pisana: “Forse aveva una malattia mai diagnosticata”, “era da molto tempo in completo allettamento”, “è arrivata qui con ipotesi di leucemia acuta molto grave che però, dopo le indagini diagnostiche, non ci è risultata”, “le cellule ‘cattive'”, per quell’ipotesi, “non sono state documentate”.