(ANS – Campo Grande) – Il lavoro di perforazione e manutenzione di pozzi artesiani portato avanti nello Stato del Mato Grosso dall’Ispettoria salesiana “Sant’Alfonso Maria de’ Liguori” di Brasile-Campo Grande (BCG) rappresenta la principale speranza di riscatto per la dignità dei popoli indigeni. Più di cento villaggi Xavante, infatti, soffrono per la mancanza di acqua potabile.

Il Distretto Sanitario Speciale Indigeno (DSEI, in portoghese) Xavante copre 68mila km2, assiste 26mila persone e comprende sette territori indigene, 14 municipi e 375 villaggi. L’assenza di pozzi artesiani in regioni come Sangradouro, São Marcos, Marechal Rondon, Areões, Pimentel Barbosa, Parabubure e Marãiwatsédé aggrava i problemi di salute legati al consumo di acqua non potabile.

Conseguenze e risposte urgenti

Malattie diarroiche, vomito, coliche e infezioni intestinali colpiscono soprattutto i soggetti più fragili, come bambini e anziani. La Segreteria Speciale per la Salute Indigena ha registrato che, in cinque anni, il DSEI Xavante ha elaborato dieci progetti di approvvigionamento idrico, ne ha contrattati tre e ha realizzato quattro indagini geofisiche.

A questo ritmo, le comunità oggi prive di acqua potabile troverebbero una soluzione solo tra circa 200 anni. L’Assemblea Legislativa ha creato una Camera Settoriale Tematica per coordinare azioni con i governi e dare priorità al miglioramento dell’assistenza sanitaria, alla fornitura di medicinali e alla costruzione di pozzi.

Azioni di istituzioni e partner

L’Ospedale “Albert Einstein” partecipa al Progetto per combattere le malattie materno-infantili e prevenire il tumore al collo dell’utero (Progetto MICC, in portoghese), e dà testimonianza del fatto che la mancanza di acqua potabile porta a decessi altrimenti facilmente evitabili. La Procura del Comune di Campinápolis ha evidenziato in un rapporto che l’assenza di acqua potabile rappresenta il principale problema strutturale della zona.

Il procuratore Fabrício Miranda Mereb, da parte sua, ha sottolineato che la potabilità dell’acqua incide direttamente sulla salute indigena. Una collaborazione tra il Ministero Pubblico e l’Ispettoria BCG mantiene circa 50 pozzi artesiani nei villaggi di quel municipio.

Il ruolo delle realtà salesiane

La squadra di volontariato internazionale salesiano “Operazione Mato Grosso” costruisce cisterne, installa condutture e cerca fondi per perforare nuovi pozzi. Al contempo, il Progetto “Assistenza Missionaria Ambulante” (AMA), coordinato dall’Ispettoria BCG, produce pompe adattate a ciascuna comunità, installa serbatoi, filtra l’acqua e promuove l’uso consapevole delle risorse idriche.

Nel giugno 2024, il villaggio Corpo de Cristo ha riottenuto l’accesso all’acqua dopo la sostituzione di una pompa. L’azione ha coinvolto don Divino Aparecido Lopes, membri dell’Operazione Mato Grosso e volontari del Centro Sociale Alvorada.

La preoccupazione delle istituzioni statali

Il 14 luglio, l’Assemblea Legislativa del Mato Grosso ha istituito la Camera Settoriale Tematica (CST) della Salute Indigena, su proposta del presidente dell’Assemblea, il deputato Max Russi. Il gruppo, presieduto da Paloma Velozo, lavora per coordinare politiche pubbliche volte a migliorare l’assistenza sanitaria, ampliare la distribuzione di medicinali e garantire l’accesso all’acqua potabile nei villaggi.

Durante la riunione di insediamento, le leadership indigene hanno ribadito che la perforazione di pozzi artesiani è una priorità per le comunità che affrontano scarsità idrica, in particolare nella regione dell’Araguaia, dove vivono circa 22mila indigeni della etnia Xavante.

La prossima riunione della CST è prevista per il 21 agosto, presso la sede dell’Assemblea, con la partecipazione del Segretario per la Salute Indigena del Ministero della Salute, Ricardo Weibe Tapeba. All’ordine del giorno, oltre alle strategie di prevenzione e promozione della salute, sarà discussa la fattibilità di progetti per garantire acqua potabile nei territori indigeni. Il 27 agosto, la commissione si riunirà a Barra do Garças per ascoltare direttamente le richieste dei popoli Xavante, confermando la preoccupazione delle istituzioni statali per la sicurezza idrica e la qualità della vita di queste comunità.

Impatti e speranza

Attualmente il Progetto AMA mantiene circa ottanta pozzi semi-artesiani nel DSEI Xavante. Il diacono salesiano José Alves de Oliveira, responsabile dell’iniziativa, ha dichiarato: “Le sfide sono molte. Credo che le collaborazioni tra il settore pubblico e varie istituzioni, in questo sforzo comune, possano essere la via per risolvere il grave problema della mancanza d’acqua nei villaggi”.

Le azioni dei salesiani di BCG e dei loro collaboratori hanno contribuito a ridurre i decessi causati da malattie legate all’acqua contaminata. L’espansione del progetto potrà solo migliorare le condizioni sanitarie e sostenere le comunità, senza compromettere l’identità e la cultura locali.

Euclides Fernandes