Ancora carcere per Antonia Nunzia Mancini, la donna rea confessa di aver ucciso, la notte tra il 14 e il 15 agosto, il compagno Vincenzo Ferrigno nell’appartamento di via Pomposa al quartiere Corvetto, a Milano.
Il gip di Milano, Cristian Mariani, ha convalidato l’arresto pluriaggravato e disposto la custodia cautelare in carcere della sessantaquattrenne che si è avvalsa della facoltà di non rispondere nell’udienza di convalida al carcere di San Vittore rimettendosi a quanto già detto nell’interrogatorio in questura con il pm Maria Cristina Ria.
L’istinto di uccidere
Mancini – da quanto appreso – avrebbe detto di aver sentito la sera del 14 agosto l’istinto di uccidere il marito, gravemente malato, così da porre fine al dolore di entrambi. Non è chiaro se il gesto sia stato preceduto da una lite. Una testimone ha riferito di aver sentito delle grida d’aiuto pronunciate da una voce femminile poco prima che la donna chiamasse il 112 per confessare il delitto. Tuttavia, la testimonianza pare improbabile in quanto Ferrigno è stato trovato a letto.
Coltello e forbici ripulite
Nei confronti della donna, accusata dell’omicidio aggravato dal vincolo della convivenza e dalla minorata difesa in cui versava il compagno, è stato riconosciuto, oltre il rischio di reiterazione del reato, anche il pericolo di inquinamento probatorio. Il coltello da cucina e le forbici usate per aggredire il marito, poi soffocato con un cuscino, sono state ritrovate pulite dai poliziotti dell’Ufficio prevenzione generale della questura.
Sempre nel confronto con il pm, Mancini avrebbe spiegato di avere sofferto in passato di problemi psichici e di essere stata in passato in cura in un Cps. Nell’ultimo periodo avrebbe interrotto l’assunzione di psicofarmaci. “Non ce la facevo più a prendermi cura di lui”, avrebbe detto, spiegando perché l’aveva fatto. L’uomo era infermo a causa di diversi ictus e Mancini si prendeva cura di lui.