ROMA – Era stato ribattezzato il bonus beffa. Per i rider di Glovo ogni singola consegna sarebbe stata più remunerativa se effettuata nelle ore più calde, si sarebbero infatti applicate percentuali più alte all’aumentare delle temperature. Dopo le polemiche, l’azienda spagnola aveva riformulato la proposta, prevedendo un contributo per il rimborso di acqua e sali minerali, ma non più in percentuale sulla consegna. Ora il giudice di Milano ha condannato la società a triplicare la somma prevista e fornire a ogni rider anche i dispositivi di protezione per proteggersi dai raggi UV e dalle ondate di calore.

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Consegnare a 40°C

Nel dispositivo, anche la necessità di tornare a confrontarsi con il responsabile del lavoro, Riccardo Vittorio Marotta, che aveva chiesto un incontro con l’azienda sui rischi per la salute e sicurezza dei rider derivanti dalle ondate di calore, “tenuto conto dell’età, del genere, della condizione di maternità e gravidanza, della provenienza geografica e della tipologia contrattuale”.

Marotta, responsabile dei lavoratori per la sicurezza territoriale della società per le province di Palermo e Trapani, a luglio aveva segnalato le condizioni quasi proibite per i rider costretti a eseguire le consegne con temperature già ampiamente sopra la media e oltre i 30 gradi, in alcune giornate appena sotto i 40°C.

L’azienda spagnola contestava però l’equiparazione dei rider ai lavoratori dipendenti, e quindi la legittimità della richiesta del responsabile. Aveva poi risposto con misure compensative “premiali”, che avevano fatto storcere il naso ai sindacati. Introdurre percentuali di rimborso crescenti all’aumentare delle temperature sembrava un incentivo ad accettare gli ordini nelle condizioni più pericolose per la salute, per vedersi poi riconosciuto qualche euro in più.

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Il nuovo compenso per i rider deciso dal giudice

Foodinho aveva poi cambiato metodo, prevedendo una misura compensativa fissa in base al caldo e decisa insieme ad Asso Delivery. Sopra i 32°C, i rider avrebbero ricevuto 10 centesimi a consegna per l’acqua e 50 centesimi al giorno per i sali minerali. Più un contributo una tantum di 5 euro per acquistare una borraccia. “Misure inadeguate”, scrive il giudice, che le integra e le riformula al rialzo. E impone la fornitura a ciascun rider di “cappello con visiera, occhiali da sole con filtri UV, creme solari ad alto fattore protettivo (?30), borraccia termica e sali minerali idrosolubili”, e “l’erogazione di un contributo per il rimborso di acqua pari a 30 centesimi per ogni consegna completata con temperature superiori o uguali a 25°C”.