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Viviana Mazza, inviata a Washington
Il presidente americano vede gli alleati europei «come prima linea di difesa» per gli ucraini, ma gli Stati Uniti «saranno coinvolti»
DALLA NOSTRA INVIATA
WASHINGTON – Washington In un clima rilassato, completamente diverso dal loro precedente incontro nello Studio Ovale sei mesi fa, Trump e Zelensky hanno affrontato alcuni dei punti chiave per porre fine alla guerra in Ucraina. E lo hanno fatto insieme agli alleati europei, che si sono detti tutti uniti per la pace: il segretario generale della Nato Mark Rutte, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e i leader Giorgia Meloni per l’Italia, Emmanuel Macron per la Francia, Keir Starmer per il Regno Unito, Friedrich Merz per la Germania, Alexander Stubb per la Finlandia.
In una pausa durante l’incontro, Trump ha chiamato il presidente russo Putin, con cui è rimasto al telefono per 40 minuti. Verso le 6 di sera locali (mezzanotte in Italia), dopo circa cinque ore complessive di colloqui, il presidente americano ha scritto sul suo social Truth di avere «avviato accordi per un incontro, in un luogo da determinare, tra il presidente Putin e il presidente Zelensky. Dopo quell’incontro, avremo un trilaterale, con i due presidenti più me. È un buon passo avanti iniziale per una guerra che continua da quasi quattro anni». Secondo Axios, Trump spera di tenere il summit bilaterale a breve, possibilmente entro fine agosto. Quando verso le 6 di sera, i leader europei sono usciti dalla Casa Bianca, Merz ha detto ai giornalisti che «è stato concordato che ci sarà un incontro tra i presidenti russo e ucraino entro le prossime due settimane». Zelensky ha dichiarato in serata che la data ancora non c’è, che è aperto a qualunque opzione per l’incontro ma Putin vuole prima un bilaterale.
Il Cremlino invece non ha dato conferme, ha dichiarato soltanto che Trump e Putin hanno parlato «dell’idea di alzare il livello della rappresentazione russa e ucraina nei negoziati». Un consigliere di Putin, Yuri Ushakov, ha definito «la telefonata molto franca e costruttiva» (in termini diplomatici «franco» significa che non erano d’accordo su tutto, osserva il New York Times).
Garanzie e territori
Trump ha dato alcune indicazioni sul «tipo» di pace che immagina. «Abbiamo discusso delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, che verranno fornite dai vari Paesi europei, con il coordinamento degli Stati Uniti», ha scritto su Truth. Trump ha affermato che gli europei saranno «la prima linea di difesa» per Kiev ma gli americani «saranno coinvolti». È stato Zelensky a dare maggiori dettagli su ciò che serve: un «esercito ucraino forte» e «addestramento e intelligence». Quali garanzie di sicurezza? «Tutto», ha risposto ai giornalisti nello Studio Ovale. Trump non ha escluso lo schieramento di soldati americani: «Ve lo faremo sapere, magari più tardi in giornata» (ma poi non è avvenuto). Ha assicurato: «Ci sarà molto aiuto in termini di sicurezza».
Il tema delle cessioni territoriali da parte degli ucraini è stato affrontato dietro le quinte: alcune foto diffuse dalla Casa Bianca ritraggono Trump e Zelensky di fronte a una mappa, ma gli ucraini vogliono che questo tema venga risolto in un negoziato con Putin. Nessuno si aspetta che Zelensky accetti la prima versione della mappa dei territori proposta da Putin, ma fonti di Fox News dicono che «americani e europei gli hanno «gentilmente fatto suggerimenti sui territori», perchè pensi a «cosa è critico per lui mantenere e cosa può cedere», pur consapevoli che deve riportare questo messaggio a casa e formulare una «contro-offerta». Questo gli è più facile se ha delle garanzie di sicurezza «vere». Il presidente ucraino, parlando ai giornalisti alla Casa Bianca, ha affermato che il suo Paese si è offerto di acquistare armi statunitensi per un valore di 90 miliardi di dollari. L’annuncio arriva mentre i Paesi europei hanno recentemente confermato che investiranno miliardi di dollari per acquistare armi dalle aziende statunitensi per sostenere l’Ucraina, compresi i sistemi Patriot.
Frizioni
L’unico punto di frizione riguarda il cessate il fuoco, che diversi leader europei hanno definito fondamentale per poter negoziare la pace. «Non riesco a immaginare il prossimo incontro senza un cessate il fuoco» ha detto il cancelliere tedesco Merz, affermando che bisogna farlo accadere mettendo pressione su Putin.«Tutti noi preferiremmo un cessate il fuoco immediato, forse succederà… al momento non sta succedendo» ha detto Trump. Al presidente americano l’idea del cessate il fuoco piace in linea principio ma non lo ritiene necessario e non crede che Putin sia pronto ad accettarlo. L’appello al cessate il fuoco degli europei nasce anche dal loro scetticismo sulle intenzioni Putin: vogliono un segnale che intenda davvero fermare la guerra. Trump ripete di «sapere» che Putin vuole porre fine al conflitto. E Trump vede le garanzie di sicurezza — e il ruolo degli europei — come la chiave per spingere Zelensky a fare cessioni territoriali politicamente e costituzionalmente complicate.
A carte coperte
Domenica notte, scrivendo sui social, Trump aveva messo pressione su Zelensky, dicendo che potrebbe porre fine alla guerra «quasi immediatamente, se vuole» (e aveva ribadito che non ci sarà restituzione della Crimea e alcun ingresso dell’Ucraina nella Nato). Ma ieri il presidente americano ha evitato di dire chi abbia «le carte migliori» tra Ucraina e Russia (a febbraio disse a Zelensky che «non aveva le carte»). Ha aggiunto che la fine della guerra dipende anche da Putin. Da parte sua Zelensky ha evitato di reiterare la dura opposizione alla cessione di territori. Gli Stati Uniti sentono un’energia politica dietro allo sforzo per la pace, anche se sanno che non succederà istantaneamente.
19 agosto 2025 ( modifica il 19 agosto 2025 | 06:30)
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