Entriamo nella prima mansion Bvlgari a Bodrum.
La luce del tramonto filtra attraverso le vetrate a tutta altezza, disegnando ombre lunghe che sfumano le linee e ammorbidiscono i contorni. I volumi si adagiano dolcemente sul terreno, mentre i tetti ricoperti di vegetazione salutano il sole. Da lontano, la prima mansion Bvlgari a Bodrum appare come un’oasi: un paradiso sospeso che si dissolve nel paesaggio.
L’affaccio della scala sulla vetrata a tutta parete.Foto Giulio Ghirardi
Un luogo tra i più incontaminati dell’Egeo
«Togliere, per poi restituire. Abbiamo conservato ogni pietra scavata, per ridarle vita nel paesaggio», racconta Patricia Viel, che con il suo studio ACPV Architects Antonio Citterio Patricia Viel firma il primo atto di un progetto che culminerà nel 2027 con l’apertura del nuovo Bvlgari Resort sulla penisola privata di Cennet Koyu, affacciata su uno dei tratti più incontaminati dell’Egeo. Un luogo sospeso tra vento, luce e silenzio. «Autentico, brullo, ancora indomato», dice Viel, che conosce il posto da anni, sia per esperienza personale che professionale. Qui il lusso si allontana dall’ostentazione per farsi misura, materia, paesaggio.
La vista dal piano superiore della prima mansion di Bvlgari (saranno 101, tra 800 e 2.250 metri quadrati). Il futuro resort ospiterà 40 camere, 40 ville e una proposta gastronomica di Niko Romito, il ristorante giapponese Hōseki, La Spiaggia e il Bvlgari Bar, oltre a una spa di 2.200 metri quadrati.Foto Giulio Ghirardi
Un’architettura che lavora per sottrazione
Il progetto, sviluppato da AHEN, azienda fondata da Mehmet Cengiz, presidente di Cengiz Holding, si inserisce con rispetto in questo contesto. Ogni spazio costruito è un gesto di ascolto: «Tutto parte dal colore della terra bruciata dal sole», prosegue Viel. «Volevamo una natura disordinata, viva e libera, che si ribellasse al controllo e si insinuasse con delicatezza tra i volumi puri dell’architettura. La villa non è mimetica, ma costruisce un landscape coerente. Entrando, non si direbbe che la casa è su due livelli: tutto si apre al mare in una doppia altezza di luce e silenzio. Lo spazio respira, la casa comincia». L’architettura lavora per sottrazione: «Abbiamo voluto togliere le pareti, lasciare che fossero l’aria, la luce, il paesaggio a disegnarla».