Sono stati momenti di paura quelli vissuti alle prime ore del 14 agosto in una palazzina di via Pietro Marchisio 157, a Roma, nel quartiere di Cinecittà est, come abbiamo raccontato in questo articolo. Dopo una indagine, la polizia di Stato e la procura di Roma hanno ricostruito nei particolari quanto accaduto. Un uomo di 33 anni ha appiccato un incendio e messo in pericolo la vita di numerosi residenti, costretti a fuggire in strada, compresa la sua ex fidanzata.
L’incubo continuo
Secondo quanto accertato dagli investigatori della squadra mobile della questura di Roma, le fiamme sarebbero partite dall’interno 16, abitato proprio dalla ex compagna dell’uomo e dal figlio della coppia di appena 8 mesi. L’uomo di 40 anni, originario della Repubblica Domenicana, secondo quanto ricostruito, solo pochi giorni prima era stato sottoposto alla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinarsi alla vittima, con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico.
L’incendio
Nonostante le restrizioni, avrebbe rimosso il dispositivo elettronico recandosi nei pressi dell’abitazione della ex nella serata del 13 agosto. In quell’occasione, secondo il racconto della donna, avrebbe tentato di sfondare la porta, urlando minacce di morte e dopo l’arrivo delle forze dell’ordine era fuggito. Durante la notte, le minacce sono proseguite e alle 6 del mattino del 14 agosto, l’uomo è andato di nuovo in via Marchisio per uscirne poco prima che divampassero le fiamme. I vigili del fuoco hanno confermato che l’incendio era partito dalla camera da letto.
Durante le operazioni di spegnimento il palazzo è stato evacuato. La donna e il bambino non erano in casa al momento del rogo perché la vittima aveva infatti deciso di trascorrere la notte da un’amica, temendo un’aggressione, come aveva spiegato Floriana Longobardi, amministratrice del palazzo di via Marchisio e di altri stabili ex Enasarco a Cinecittà, proprio a RomaToday.
In carcere
L’uomo, dopo una indagine, è stato poi fermato e, privo di documenti, ha cercato di eludere il controllo fornendo false generalità. Portato in tribunale, per lui ieri il pubblico ministero ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma la custodia cautelare in carcere, sottolineando nella richiesta l’elevato rischio di recidiva e la pericolosità dell’uomo, descritto come incline alla violenza e incapace di autocontrollo, anche a causa dell’uso abituale di alcol e sostanze stupefacenti. L’uomo è stato portato nel carcere di Regina Coeli dove, al termine dell’interrogatorio di garanzia, il Gip ha convalidato il fermo ed emesso l’ordinanza di custodia cautelare.