Amarcord
Trent’anni fa il conduttore era arrivato a Verona per seguire la moglie Katia Ricciarelli e ci aveva rilasciato un’intervista
Una storia d’amore Pippo Baudo con Katia Ricciarelli durante una pausa delle prove in Arena
Una storia d’amore Pippo Baudo con Katia Ricciarelli durante una pausa delle prove in Arena
«Svecchierei l’Arena». Parole e musica di Pippo Baudo. Era il 3 agosto del 1994 e il re della televisione italiana, scomparso pochi giorni fa, concedeva questa intervista al nostro giornalista, Gianni Villani. Sono passati più di trent’anni ma le riflessioni di Baudo sono ancora attuali.
Ai tempi non mancavano le polemiche sull’utilizzo dei monumenti storici e sulla concessione dell’anfiteatro per concerti pop o rock. «Onestamente si potrebbe fare di tutto in Arena – diceva Baudo -. Con un pubblico così importante, con una ambientazione così emozionante… Chiaro che bisognerebbe preservare il concetto fondamentale di spettacolo. Capisco benissimo chi ha fatto polemiche sulla musica leggera ma il gioco polemico va superato perchè certi monumenti vanno preservati. Questo è fuori discussione».
Non poteva mancare un paragone con gli show che Pippo Baudo aveva messo in scena, in quegli anni, a Taormina. «In effetti ho dovuto superare certe difficoltà – ricordava il conduttore e autore tv – dove c’è un teatro antico molto più nobile anche se molto più piccolo dell’Arena. Ho dovuto ispessire la proposta per farla più colta. Quindi parlando di un avvenimento che riguardava la moda ho dovuto mettere nello spettacolo il «Gattopardo», un omaggio a Maria Callas con «Casta Diva», eccetera, eccetera… Altrimenti non emergeva quella consistenza culturale che è d’obbligo in questi luoghi».
Senza dimenticare un progetto «popolare» anche per l’Arena di Verona. «Vedo oggi una grande attenzione del pubblico nei confronti dei giovani – sottolineava nell’intervista Baudo – e una grande disponibilità verso i nomi importanti. A Sanremo ho avuto l’idea di puntare molto sull’elemento giovanile. Ho scoperto tre nomi, tre grandi talenti che hanno superato poi anche i big. Si potrebbe, dunque, fare una grande adunata in Arena delle forze nuove, anche dell’opera ovviamente. Un grande appuntamento estivo dei giovani emergenti in Europa che trovassero poi in Arena non la forma concorsuale ma la grande partecipazione del pubblico. Credo che sarebbe un avvenimento decisamente internazionale».
Idee decisamente in controtendenza anche per la promozione dell’opera lirica. «È un mondo che conosco solo di straforo, perchè seguo l’attività di mia moglie – concludeva Pippo – conosco soprattutto il teatro di prosa. Per me il problema sono questi allestimenti così importanti, il loro costo, una certa volgarizzazione dello spettacolo lirico. Bisognerebbe guidare meglio il pubblico delle grandi platee televisive. È un problema difficile che non è mai stato affrontato sufficientemente».