“La fine della nostra storia si è presentata in un modo brutto e inaspettato per i miei modi, così, a sorpresa. Ero sul set di una puntata di Un passo dal cielo (la serie tv Rai girata sulle Dolomiti). Ogni anno che faccio la serie, Alice mi raggiunge in montagna sul set con i bambini, dopo due mesi che non ci vediamo, se non in videochiamata. Sembrava andasse tutto bene e con ansia aspettavo il giorno della ‘reunion’. Il giorno in cui è salita con i bimbi, ho visto una donna completamente cambiata nello sguardo. Non c’è stato un abbraccio, non c’è stato un bacio. E da lì a un’ora mi ha comunicato la scelta, appunto, di separarci”.
La fine dei Pozzolis Family
Così il comico milanese Gianmarco Pozzoli ha raccontato la separazione con Alice Mangione nel podcast (qui per vedere il video) di Selvaggia Lucarelli e Serena Mazzini Burnout, in una nuova puntata all’interno della newsletter Vale tutto. I due attori, che vivono a Milano, avevano dato vita al progetto “The Pozzolis Family” 8 anni fa. L’idea era nata con l’arrivo del loro primo figlio, con l’intento di raccontare in modo ironico la vita da genitori. Attraverso video brevi e sketch sui social media, hanno guadagnato popolarità, condividendo le sfide e le gioie della quotidianità familiare, che si è allargata nel 2017 con la nascita della secondogenita.
Un video molto criticato
Il loro racconto della vita di coppia e genitoriale li ha portati a diventare una delle famiglie più seguite del web in Italia, trasformando la loro esperienza in libri e spettacoli teatrali. Il percorso come coppia è stato suggellato dal matrimonio nel 2019. Ma, nel luglio del 2023, la coppia ha annunciato la propria separazione. Hanno comunicato di aver preso questa decisione un anno prima, scegliendo di affrontare la transizione in privato prima di condividerla con il pubblico.
La notizia ai follower è arrivata ufficialmente con un reel, molto discusso (migliaia i commenti che lo definivano “triste”), in cui i due comici parlano dei “benefici” della vita da single. Nella chiacchierata con Lucarelli e Mazzini, tuttavia, traspare un passaggio molto più doloroso e complesso alla nuova realtà quotidiana. “Anche se ci eravamo appena separati, i bambini ci chiamavano ‘papà e mamma’ e ci prendevano per mano per stare tutti e quattro in una fila assieme. Nella mia testa eravamo ancora insieme”, continua Pozzoli.
“Non stavamo bene sul palco”
Una crisi, per Alice Mangione, partita da lontano. Dove sfera privata e lavoro, giocoforza, si intersecano. “Ho iniziato a pensarmi come un’artista da sola e quindi a scrivere il mio spettacolo – ha detto -. Ho iniziato a soffrire il fatto di essere insieme sul palco perché, nell’ultimo anno in cui avevamo la tournée da finire, mi rendevo conto che lui non avesse tanta voglia, e non mi andava di essere trascinata nel suo malumore. Avevamo tanti pezzi insieme e tanti che facevo da sola: sentivo respiro nei pezzi in solitaria, e nei pezzi che facevamo insieme sentivo degli attriti. Era un po’ come se ci fossero dei non detti. Per me il palcoscenico è ‘il’ luogo, quel posto è il ‘mio’ posto, è il posto di protezione. Non volevo sentire quegli attriti, ci stavamo ”frecciando” sul palco, e lo trovavo spiacevole. Ma era talmente spaventosa l’idea di affrontare quelle cose che ho detto: ‘Ok, allora prendo un attimo coraggio, faccio una cosa per me, per vedere cosa mi dà, che cosa mi porta’. E quindi ho iniziato a scrivere il testo di uno spettacolo che ho realizzato due anni fa”.
“Non si può più dire niente”
I due, inoltre, in un lungo confronto, hanno parlato del loro futuro lavorativo – “Non abbiamo paura anche se non siamo più una coppia, racconteremo sui nostri profili la vita da single, è una vetrina importante” -, dell’esposizione dei figli sui social e delle divergenze, “dopo tanti anni felici”, generazionali (ci sono oltre 13 anni di distanza).
Pozzoli ha sottolineato come la “cultura woke” – “Non si può più dire niente” – sia entrata anche nella vita di coppia. “Le differenze sono emerse anche sulla visione del mondo – conclude Pozzoli -: dicevo cose banali che si dicono tra amici, come ‘Guarda che camicia si mette quel tipo’, e venivo subito ripreso con ‘Ma come ti permetti di commentare un ragazzo di 18 anni perché ha i capelli rosa?’ o cose simili. Anche la paura di essere giudicato per una scelta, che per me è il male del secolo, per una posizione, ci ha allontanati”.