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Martedì il leader dei Conservatori canadesi Pierre Poilievre ha vinto un’elezione anticipata molto contestata in cui erano candidate più di 200 persone, il numero più alto mai raggiunto in un’elezione federale canadese. Di fatto però il voto si era svolto solo per farlo rieleggere e risolvere una situazione un po’ paradossale: Poilievre è il leader del secondo partito più grande del paese, ma da aprile non sedeva più in parlamento e non poteva quindi fare opposizione diretta al governo.
Alle elezioni parlamentari dello scorso aprile, vinte dai Liberali, Poilievre aveva inaspettatamente perso nel distretto di Carleton, in Ontario, dove vinceva da vent’anni. Le elezioni canadesi applicano un sistema maggioritario secco, in cui viene eletta la persona che in ogni distretto prende più voti rispetto ai suoi avversari locali, e Poilievre era stato battuto dal Liberale Bruce Fanjoy. Era un periodo in cui, dopo più di un anno di grossa crisi dei consensi, i Liberali avevano rimontato un po’ in tutto il paese: ci erano riusciti grazie al modo in cui l’ex primo ministro Liberale Justin Trudeau, e poi il nuovo leader del partito Mark Carney (attuale primo ministro), avevano gestito le minacce dei dazi del presidente statunitense Donald Trump.
Per poter tornare in parlamento il prima possibile, Poilievre aveva individuato un distretto in cui i Conservatori sono particolarmente popolari e aveva chiesto al deputato locale di dimettersi, per permettergli di candidarsi al suo posto ed essere sicuro di vincere. Era stato scelto Damien Kurek, che ad aprile era stato rieletto con l’83 per cento dei voti nel distretto di Battle River-Crowfoot, con una popolazione di circa 100mila persone.
Kurek si era quindi dimesso a giugno, e alle elezioni anticipate organizzate per assegnare il suo seggio si era candidato Poilievre. Nonostante in queste settimane Poilievre abbia effettivamente fatto campagna elettorale, le modalità e le ragioni alla base della sua candidatura sono state criticate da elettori ed elettrici, associazioni e politici locali: è stato accusato di approfittarsi del modo in cui funzionano le elezioni in Canada per riconquistare un seggio in parlamento, senza avere un reale interesse per il distretto in cui si era presentato.
Per protestare contro la candidatura di Poilievre l’organizzazione Longest Ballot Committee aveva fatto candidare più di 200 persone, portando il numero totale di candidati a 214. È il metodo principale che l’associazione usa per criticare il sistema elettorale canadese e chiedere che venga riformato, ma in passato era riuscita a far candidare al massimo 91 persone.
Dato che i nomi dei 214 candidati erano troppi per essere stampati su una scheda elettorale, per la prima volta dalla sua fondazione nel 1920 la commissione elettorale canadese ha cambiato le modalità del voto: ha fatto stampare delle schede elettorali senza nomi e ha chiesto agli elettori e alle elettrici di scrivere a mano il nome del candidato che volevano votare, aggiungendo che sarebbero stati considerati come validi anche i voti in cui il nome della persona votata non era scritto correttamente. Anche per questo il conteggio è durato più a lungo del solito, ma alla fine Poilievre è stato comunque eletto con oltre l’80 per cento dei voti.