BRINDISI-ADISTA. L’Asl di Brindisi apre un ambulatorio medico sociale per le persone non abbienti segnalate dal proprio medico di famiglia, dai servizi sociali o dalle associazioni di volontariato. Ma la Asl, ovvero il Servizio sanitario nazionale pubblico, deve fare elemosina o giustizia, chiede l’ex direttore della Caritas diocesana di Brindisi-Ostuni?
Tutto parte dalla decisione della Asl di Brindisi di dare vita a un ambulatorio medico sociale intitolato a “San Giuseppe Moscati”. «Il diritto alla salute è fondamentale e universale – si legge nel comunicato stampa della Asl di Brindisi –. Tuttavia, per molte persone in condizioni di fragilità economica, accedere alle cure mediche rappresenta una sfida quotidiana. L’impossibilità di curarsi non compromette solo il benessere fisico, ma anche la possibilità di lavorare e vivere dignitosamente. In un contesto in cui il Servizio sanitario nazionale affronta difficoltà legate alla carenza di risorse e di personale, la Asl Brindisi ha scelto di agire concretamente. In collaborazione con la Croce Rossa Italiana – Comitato di Brindisi, l’Ordine dei Medici, l’Ordine dei Farmacisti e numerose associazioni del territorio, sarà attivato a breve un Ambulatorio medico sociale presso l’ex Ospedale “Di Summa” di Brindisi. L’ambulatorio offrirà visite mediche gratuite a persone con un Isee inferiore a 10mila euro, grazie al lavoro volontario di medici, psicologi, assistenti sociali e altri professionisti sanitari. Sarà inoltre disponibile un numero telefonico dedicato. Potranno accedere al servizio i cittadini segnalati dal proprio medico di famiglia, dai servizi sociali o dalle associazioni di volontariato».
«In un momento storico in cui le disuguaglianze sociali si riflettono drammaticamente sulla salute delle persone, è nostro dovere, come istituzione pubblica, intervenire in modo concreto – dichiara il direttore generale della Asl Brindisi, Maurizio De Nuccio –. L’Ambulatorio medico sociale sarà un presidio di prossimità, nato dalla collaborazione tra enti, associazioni e professionisti, che metteranno a disposizione tempo, competenze e umanità. È un segnale forte che testimonia il valore della sanità pubblica e dell’impegno condiviso per non lasciare indietro nessuno».
Secca la replica di Bruno Mitrugno, direttore emerito della Caritas diocesana di Brindisi-Ostuni. «Di questi giorni la proposta della Asl di Brindisi di un Ambulatorio medico sociale, un “mendicicomio di antica memoria, destinato ai poveri con basso reddito che non possono curarsi per l’impossibilità di accedere al Servizio sanitario nazionale – spiega Mitrugno –. Un ambulatorio elemosina della Asl che anziché impegnarsi a rimediare agli impedimenti che precludono tanta nostra gente al curarsi, si presenta con il volto bello e caritatevole di un sepolcro imbiancato, un servizio di prossimità a chi rischia di restare escluso, viene pomposamente definito!
La Asl non è un ente di beneficenza, una istituzione pubblica deve operare e impegnarsi nell’ottica della giustizia e non della carità. Rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, recita l’articolo 3 della nostra Costituzione, e la Asl è tenuta a rispettare la Costituzione, non a elargire qualche briciola del suo bilancio di gestione. È una logica perversa che ci riporta a momenti bui della nostra storia: all’Ambulatorio medico sociale potranno accedere i cittadini con un Isee basso, la tessera annonaria di una volta, con la quale si otteneva un tozzo di pane. Pensate un po’ se la stessa aberrante logica venisse applicata da qualche altra istituzione pubblica per far fronte alla crisi economica-occupazionale del nostro territorio, con la creazione di una mensa pubblica sociale destinata ai disoccupati con basso Isee!
Cari dirigenti Asl, i poveri vanno fatti sedere a tavola, non sono i destinatari delle briciole, non è sufficiente offrire loro aiuti marginali, ma occorre garantire loro un posto paritario nella società con accesso alle stesse opportunità e risorse. Cari benefattori, vi ribalto il problema. Se, come voi affermate, il Servizio sanitario nazionale vive difficoltà legate alla carenza di risorse e personale e se veramente vi stanno a cuore i poveri, nella Asl di Brindisi mettete i poveri al primo posto, date la priorità delle cure e dell’assistenza a chi fa fatica ad andare avanti, a chi ha l’Isee basso come dite voi, anziché rilegarli in un mendicicomio pubblico! Rivedete questa brutta proposta, nell’anno del Giubileo del Signore non togliete la speranza a tanta gente che qualcosa possa cambiare».
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