Quattro anni dopo la storica votazione che aveva sancito l’approvazione dell’iniziativa per cure infermieristiche forti, il personale sanitario torna a mobilitarsi. Ieri, l’ampia alleanza che riunisce sindacati e associazioni professionali ha annunciato una manifestazione nazionale e unitaria, in programma per il pomeriggio del prossimo 22 novembre sulla Piazza federale di Berna.

“Il tempo è scaduto! Manifestazione per un’assistenza sanitaria garantita, per condizioni di lavoro dignitose per il personale sanitario e per l’attuazione dell’iniziativa per cure infermieristiche forti”, si legge nel comunicato diffuso dall’Alleanza del personale sanitario. La denuncia è chiara: gli impegni presi con il voto del 2021 non sono stati rispettati. In particolare, i punti centrali dell’iniziativa – “parametri di dotazione di personale garantiti, condizioni di lavoro in linea con le aspettative del personale e finanziamenti sufficienti” – non hanno ancora trovato attuazione. Al contrario, spiegano le organizzazioni, il sistema sanitario “affonda sempre più nella crisi”, mentre ospedali e case anziani, che non ricevono abbastanza finanziamenti, faticano a garantire cure adeguate.

A non convincere le parti sociali è la nuova Legge federale sulle condizioni di lavoro nel settore delle cure infermieristiche (LCInf) – proposta dal Consiglio federale e ora all’esame delle Commissioni parlamentari. Anche le associazioni professionali parlano infatti di un progetto lacunoso, che non prevede “nessuna prescrizione minima affinché i parametri di dotazione di personale siano adeguati alle esigenze dei pazienti; nessuna disposizione per adeguare il finanziamento delle cure; disposizioni insufficienti, se non addirittura controproducenti, per migliorare le condizioni di lavoro del personale sanitario”. Nel frattempo, come detto, la carenza di personale si aggrava: i lavoratori si ritrovano sovraccarichi di compiti e, così, la qualità dell’assistenza peggiora. “Il personale curante abbandona la professione, i medici assistenti sono sempre più sovraccarichi di lavoro, creando così un circolo vizioso”, avverte il comunicato. Una situazione che ha ripercussioni dirette sulla popolazione: tempi d’attesa lunghi per un trattamento psichiatrico, difficoltà a trovare un medico di famiglia, chiusure di reparti maternità.

L’appello alle istituzioni (anche in vista della seconda fase di attuazione dell’iniziativa “Per cure infermieristiche forti”, che sarà discussa a dicembre in Consiglio nazionale) è franco e schietto: “Il Parlamento deve dare seguito al mandato di una chiara maggioranza dell’elettorato e finalmente attuare l’iniziativa sulle cure in modo efficace e senza lacune. Senza parametri di dotazione e senza un finanziamento sufficiente, le necessarie migliori condizioni di lavoro non sono altro che aria fritta”.

Promotori della manifestazione sono l’Associazione svizzera infermiere e infermieri (SBK-ASI), Unia, VPOD, Syna, OCST, SCIV e l’Associazione svizzera dei medici assistenti e capiclinica (vsao-asmac): un fronte che unisce sindacati e figure professionali quali infermieri, operatori sociosanitari, medici assistenti, ostetriche, fisioterapisti, tecnici di radiologia, con l’obiettivo di portare in piazza la voce di chi, ogni giorno, regge il peso crescente di un sistema sanitario in affanno, al grido di: “Basta con gli applausi, ora inizia la protesta”.