La strada verso la pace in Ucraina si arricchisce di un nuovo, significativo capitolo. Una telefonata di quaranta minuti tra Donald Trump e Vladimir Putin, definita dal Cremlino “costruttiva e franca”, ha posto le basi per quello che potrebbe essere uno storico faccia a faccia tra il presidente russo e quello ucraino. L’annuncio arriva al termine di un’intensa giornata di colloqui alla Casa Bianca che ha visto protagonisti Volodymyr Zelensky e i principali leader europei.

Mentre Mosca dichiara la sua disponibilità al dialogo, Kiev si preparerebbe a un massiccio investimento in armamenti statunitensi: ben 100 miliardi di dollari, con il sostegno finanziario degli alleati europei. 

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz si spinge a indicare una tempistica precisa, parlando di un possibile incontro Putin-Zelensky entro due settimane. Tuttavia, tra l’ottimismo generale emerge la voce discordante del presidente francese Emmanuel Macron, che mantiene una posizione di cauto scetticismo: “Dubito che Putin voglia realmente la pace”, ha dichiarato, suggerendo un possibile inasprimento delle sanzioni in caso di fallimento dei negoziati.

Il Segretario di Stato americano Marco Rubio, intervenendo su Fox News, ha toccato uno dei nodi più delicati della questione: la necessità di concessioni territoriali da entrambe le parti. “Non è facile e forse non è nemmeno giusto, ma è ciò che serve per porre fine a una guerra”, ha affermato Rubio, presente durante i colloqui Trump-Putin. Mark Rutte, segretario generale della NATO, ha sottolineato il ruolo cruciale di Trump nel processo di pace, affermando che “era l’unico che poteva farlo”. Un’opinione condivisa anche dal primo ministro britannico Keir Starmer, che ha espresso pieno sostegno agli sforzi diplomatici americani. Zelensky, dal canto suo, si è detto pronto a un incontro “senza condizioni” con Putin, pur ribadendo che l’Ucraina non cerca “una pausa nella guerra, ma una vera pace”. Una posizione che si accompagna all’importante annuncio dell’acquisto di armamenti americani, con particolare attenzione ai sistemi Patriot.La cautela resta comunque d’obbligo, come evidenziato dal presidente finlandese Stubb, che ha definito Putin “inaffidabile”. Un sentimento che riecheggia nelle parole di Macron, secondo cui “la Russia intensifica la guerra” e non mostra “alcun segnale che vuole la pace”.

Mentre i leader europei fanno ritorno nei rispettivi paesi – con la premier Meloni diretta in Italia e Zelensky verso Kiev – resta da vedere se questo intenso lavoro diplomatico porterà ai risultati sperati. La questione territoriale, come sottolineato dallo stesso Zelensky, rimane una decisione che spetterà ultimamente a lui e Putin, in un delicato equilibrio tra aspirazioni di pace e realtà sul campo.